Dopo le servitù militari, in Sardegna si prospetta lo spettro di una nuova servitù energetica, con migliaia di ettari di terreni agricoli produttivi sottratti all’agricoltura e destinati all’installazione di pannelli dell’agrivoltaico. Terreni agricoli produttivi, che verranno ceduti dai Sardi per poche migliaia di euro a grosse società multinazionali che in Sardegna hanno deciso di installare i pannelli dell’agrivoltaico. Oggi molta attenzione è rivolta alla contestazione degli impianti eolici, grandi pale poste sui crinali delle colline Sarde o addirittura sul mare , mentre viene tralasciata l’attenzione sui pannelli nei terreni agricoli nell’Agri voltaico. La crisi delle produzioni agricole, l’elevata età media degli agricoltori, sta portando gli agricoltori a cedere i diritti delle superfici dei terreni agricoli fertili, a favore di immensi campi di pannelli dell’agrivoltaico, collocati a 2 metri di altezza e che secondo gli esperti, le coltivazioni all’ombra di questi pannelli dovrebbero essere migliori. Una cosa è certa, questi terreni agricoli non saranno coltivati e gestiti dai Sardi che oggi sono i proprietari, perché i contratti che si vedono circolare sono di almeno 20 anni e più. Certo oggi offrire 3mila euro ad ettaro per 20 anni, con la cessione del diritto di superficie, può essere apparentemente un’importante fonte di guadagno, ma se ci riflettiamo attentamente, il Sardo può essere paragonato al passerotto che aspetta le briciole sotto i tavoli di una qualsiasi piazza, che cadono dal signorotto che mangia la bella e abbondante pagnotta, certo quel passerotto si riempie il gozzo e serberebbe soddisfatto, ma resta sempre un passerotto. Ecco questo potrebbe accadere per i Sardi, che da proprietari dei terreni diventerebbero come il passerotto. Bisogna evitare questa grandissima speculazione ai danni dei Sardi e all’erosione dei terreni fertili agricoli, e per farlo la Regione Autonoma della Sardegna, deve affrettarsi a approvare una legge regionale che metta ordine a questa speculazione in atto in Sardegna.
Tore Piana
Centro Studi Agricoli