È un nuovo approccio che consente di ridurre in modo significativo l’utilizzo dei prodotti del sangue, di affrontare i fattori di rischio trasfusionale con anticipo, prima che sia necessario ricorrere alla stessa terapia trasfusionale. Si chiama Patient blood management (Pbm) è viene considerata una strategia multidisciplinare, multimodale e multiprofessionale che mette al centro la salute e la sicurezza del paziente e migliora i risultati clinici basandosi sulla risorsa sangue degli stessi pazienti.
Questo nuovo modello sarà al centro del convegno organizzato dal Centro trasfusionale dell’Aou di Sassari e in programma il 10 giugno all’hotel Carlo Felice di Sassari, a partire dalle ore 9.00.
«Gli obiettivi del Pbm – afferma Pietro Manca, direttore del Centro trasfusionale sassarese – sono quelli di migliorare i risultati clinici e prevenire le trasfusioni evitabili.»
«Nasce quindi l’esigenza di creare un team di esperti in ogni struttura per consentire l’applicazione di modelli organizzativi che portino anche alla riduzione dei costi relativi al consumo del sangue allogenico ed alla riduzione delle giornate di degenza», conclude Pietro Manca.
La multidisciplinarietà di questo nuovo approccio vede una stretta collaborazione tra medici di direzione sanitaria, medici legali, trasfusionisti, chirurghi generali, neurochirurghi, ginecologi, ortopedici, urologi, ematologi, anestesisti rianimatori, cardiologi, cardiochirurghi e farmacisti ospedalieri.
Quattro le sessioni previste che vedranno alternarsi al tavolo dei relatori esperti dell’Aou di Sassari, delle Asl di Sassari, Nuoro, Oristano, Carbonia e Cagliari. Dopo i saluti istituzionali, per i quali è prevista la presenza della direzione generale dell’Aou di Sassari, i lavori prenderanno il via con la prima sessione dedicata alla scelta e necessità del Pbm. I lavori metteranno in luce gli aspetti medico legali, il rischio clinico e l’aspetto farmacologico. La seconda parte del convegno, che avrà come focus il paziente, vedrà i relatori impegnati nell’illustrare l’applicazione del Pbm alle specialistiche di fisiopatologia, ortopedia, chirurgia e ginecologia. Il paziente fragile sarà al centro della terza sessione, durante la quale si parlerà di coagulopatie, delle esperienze dell’Aou in Cardiochirurgia, della gestione del paziente anemico critico nel post operatorio e del paziente talassemico. L’ultima sessione consentirà un confronto sulle linee di indirizzo regionali e sulle linee di indirizzo per la stesura dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali.