«Sono passati tre mesi dagli impegni presi per il riequilibrio territoriale delle prestazioni sanitarie e non ci sono risposte concrete per il territorio. I tetti di spesa delle prestazioni sanitarie diagnostiche sono gli stessi dello scorso anno e sono 10 volte in meno di quelle disponibili nel sud Sardegna.»
Lo affermano Salvatore Sanna, presidente provinciale di ACLISalute e Luciano Turini, presidente dell’associazione consumatori e utenti delle ACLI.
«Sono crescenti le richieste ai nostri sportelli di assistenza per essere tutelati dalle mancate prestazioni sanitarie ma sono raddoppiate nel territorio le persone che sono costrette a pagarsi la prestazione sanitaria per centinaia di euro: una risonanza costa 220 euro, un’ ecografia 120 euro, una mammografia 150 euro e una Tac 100 euro – aggiungono -. Ma le tariffe crescono anche sino a 500 euro per le persone, con sospetti tumori che devono effettuare risonanze o Tac con mezzo di contrasto e che normalmente erano fatte nell’ospedale che oggi presenta buchi enormi nelle prestazioni.»
«Basta guardare le liste d’attesa dell’Aou di Sassari dove si possono rilevare per questi esami anche 360 giorni di attesa, con il territorio che si difende solo con le sedi territoriali del Conti e gli ospedali di Alghero ed Ozieri che però non sono in grado di erogare prestazioni in numero sufficiente – concludono Salvatore Sanna e Luciano Turini -. Chiediamo alla politica regionale di intervenire oppure si inizieranno a contare gli effetti delle mancate prestazioni sulla pelle delle persone.»