«La complessiva funzionalità dei presidi ospedalieri presenti ad Alghero, Ospedale Civile e Ospedale Marino, merita una valutazione attenta che parta dalle priorità. Pur riservandoci un esame più approfondito e proposte complessive più compiute su quello che è un sistema in sofferenza, oggi la maggioranza di centrodestra sardista e civica sente l’esigenza di intervenire su quella che può essere considerata una vera e propria emergenza, e cioè la pericolosa china dell’Ospedale Marino iniziata nella precedente legislatura. Con la legge di riforma del sistema sanitario regionale del settembre 2020 l’Ospedale Marino fu trasferito all’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, che in concreto l’ha preso in carico dal 1° gennaio del 2022. L’obiettivo manifesto era quello di migliorare le attività integrate nel campo dell’ortopedia, della traumatologia e della riabilitazione. Ma il percorso per giungere a cogliere questi obbiettivi non è stato tracciato. Anzi, come da più parti lamentato, all’inizio di marzo sono state chiuse le sale operatorie e l’attività chirurgica è stata spostata presso il Civile con un andirivieni di ortopedici e pazienti e l’impossibilità di intervenire su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di mano e piede, artroscopia del ginocchio e della spalla. A ciò è conseguito un intollerabile appesantimento delle liste di attesa e il fatto che possano essere affrontate solo patologie da trauma ma con interventi su fratturati eseguiti a settimane di distanza dall’evento acuto, con insopportabili sofferenze da parte di pazienti.»
Lo dichiarano, in una nota, i capigruppo di maggioranza al comune di Alghero, Monica Pulina, Alberto Bamonti, Nunzio Camerada, Antonello Muroni, Maurizio Pirisi e Roberto Trova, che aggiungono: «Peraltro, non è in programma l’attuazione effettiva della legge di riforma che prevedeva la sottoscrizione di un protocollo di intesa fra il Presidente della Regione e il Rettore dell’Università di Sassari e delle convenzioni attuative per disciplinare i termini del passaggio, compresa la previsione di risorse dell’ordine di qualche decina di milioni di euro, anche al fine del mantenimento dei requisiti degli standard necessari al mantenimento del Dea di primo livello in capo al Presidio ospedaliero civile di Alghero».
«Crediamo – concludono i capigruppo di maggioranza – che le difficoltà complessive e la mancanza di prospettive di rilancio suggeriscano una coraggiosa presa di posizione, con la retrocessione dall’Aou all’Azienda Sanitaria dell’Ospedale Marino. Nel frattempo occorre però intervenire nell’immediatezza per riaprire almeno una sala operatoria al Marino, dotandola dei necessari anestesisti, reintegrando il personale infermieristico e impegnando immediatamente le risorse assegnate per i lavori di riqualificazione. È vero che la genesi delle criticità del Marino ascendono alla precedente legislatura, ma è nostro dovere affrontare e risolvere i problemi oggi, senza voltare il capo all’indietro. Anzi, nell’attesa che i significativi investimenti annunciati producano i loro effetti, oggi dobbiamo lavorare affinché il Marino riprenda a produrre prestazioni sanitarie d’eccellenza. Non si può attendere oltre.»
Lo dichiarano, in una nota, i capigruppo di maggioranza al comune di Alghero, Monica Pulina, Alberto Bamonti, Nunzio Camerada, Antonello Muroni, Maurizio Pirisi e Roberto Trova, che aggiungono: «Peraltro, non è in programma l’attuazione effettiva della legge di riforma che prevedeva la sottoscrizione di un protocollo di intesa fra il Presidente della Regione e il Rettore dell’Università di Sassari e delle convenzioni attuative per disciplinare i termini del passaggio, compresa la previsione di risorse dell’ordine di qualche decina di milioni di euro, anche al fine del mantenimento dei requisiti degli standard necessari al mantenimento del Dea di primo livello in capo al Presidio ospedaliero civile di Alghero».
«Crediamo – concludono i capigruppo di maggioranza – che le difficoltà complessive e la mancanza di prospettive di rilancio suggeriscano una coraggiosa presa di posizione, con la retrocessione dall’Aou all’Azienda Sanitaria dell’Ospedale Marino. Nel frattempo occorre però intervenire nell’immediatezza per riaprire almeno una sala operatoria al Marino, dotandola dei necessari anestesisti, reintegrando il personale infermieristico e impegnando immediatamente le risorse assegnate per i lavori di riqualificazione. È vero che la genesi delle criticità del Marino ascendono alla precedente legislatura, ma è nostro dovere affrontare e risolvere i problemi oggi, senza voltare il capo all’indietro. Anzi, nell’attesa che i significativi investimenti annunciati producano i loro effetti, oggi dobbiamo lavorare affinché il Marino riprenda a produrre prestazioni sanitarie d’eccellenza. Non si può attendere oltre.»
Antonio Caria