Interventi lievitati di ben il 240 per cento dal primo semestre del 2022 al primo semestre del 2023. E’ anche nei numeri la crescita dell’unità operativa dell’Emodinamica del Reparto di Cardiologia dell’ospedale San Martino di Oristano, diretta dal dottor Stefano Mameli, che ha ribadito un invito importante a tutti i cittadini dell’Oristanese: «Soprattutto i pazienti ad alto rischio per le patologie cardiologiche e cardiovascolari, non appena avvertono una sintomatologia dolorosa, devono subito allertare il servizio del 118. E’ sempre meglio venire in ospedale inutilmente, piuttosto che pentirsi di non essere venuti».
«Le nostre attività sono rivolte sia alla parte diagnostica della patologia coronarica e le rilevazioni dei parametri emodinamici, quindi pressori, sia alla parte interventistica e terapeutica, che consiste nella riapertura delle arterie malate, chiuse o ristrette, ma anche la parte interventistica strutturale, che si può fare in una struttura come la nostra, non dotata di cardiochirurgia», ha spiegato il dottor Stefano Mameli.
Questa unità operativa due anni fa era chiusa. Fra i primi sei mesi dello scorso anno e il primo semestre 2023 gli interventi sono passati da 76 a ben 258. «Risultati raggiunti grazie alla riapertura della nostra unità operativa, alla presenza di tre medici dedicati e di un’equipe infermieristica, personale che consente di tenere la sala aperta, al momento, per dodici ore al giorno e in prospettiva passare a 24 ore al giorno, 7 giorni su sette. Un risultato, per il quale la direzione generale della Asl 5 sta lavorando alacremente concedendoci il massimo delle risorse. Servirebbe un quarto medico, che entrasse a far parte del nostro staff – ha aggiunto il dottor Stefano Mameli – la Cardiologia interventistica sta acquisendo un ruolo preponderante nell’ambito della cardiologia soprattutto per il trattamento delle sindromi coronariche urgenti. I pazienti, che arrivano con un quadro d’infarto, hanno la possibilità di essere trattati in loco, immediatamente, riducendo i tempi di attesa per il trasporto del paziente dal domicilio verso gli altri hb di riferimento, ovvero Cagliari, Sassari o Nuoro.»
E’ cambiato però qualcosa nell’atteggiamento del paziente dopo la pandemia: «La gente si rivolge con meno facilità sia al 118 che al pronto soccorso. Capita spesso, purtroppo, che pazienti, che hanno avuto degli infarti, arrivano qua dalla quinta alla decima giornata dopo l’evento, solo per una persistenza della patologia dolorosa. Il nostro invito accorato è invece per i pazienti con rischio cardiovascolare: al primo dolore chiamate subito il 118».
«La crescita dell’unità operativa dell’emodinamica conferma la nostra attenzione e i nostri sforzi continui per il potenziamento di ogni reparto dell’ospedale San Martino di Oristano – ha detto il dottor Angelo Maria Serusi, direttore della Asl 5 -. Ricordo, ancora una volta, che dall’insediamento di questa direzione generale non è stato mai chiuso un reparto, anche in momenti di difficoltà.»