«I dati del 19esimo report Inail sui contagi da Covid-19 sul lavoro invitano alla prudenza e a mantenere alta la soglia di attenzione. E’ necessario vigilare sull’attuazione delle misure di contrasto al virus, che devono affiancare e potenziare la campagna vaccinale. Ed è, altresì, determinante l’uso corretto di strumenti operativi come il Green Pass.»
Così Barbara Cittadini, presidente di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, in merito al 19° report curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail sui contagi da Covid-19 negli ambienti di lavoro.
«A rischio è soprattutto il settore della sanità e assistenza sociale – aggiunge – che comprende ospedali di diritto pubblico e di diritto privato e case di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili. E’ significativo, soprattutto, il fatto che questo ambito lavorativo sia al primo posto tra le attività produttive con il 65,2% delle denunce e il 22,8% dei casi mortali codificati. Nonostante un numero di infezioni da Covid-19 in discesa, come emerge dal report, nei mesi di luglio e agosto si osservano tuttavia dei segnali di ripresa del fenomeno.»
L’analisi Inail per professione dell’infortunato evidenzia, tra l’altro, come più di un quarto dei decessi (26,4%) riguardi proprio il personale sanitario e socio-assistenziale «e preoccupa – sottolinea Barbara Cittadini – che la categoria dei tecnici della salute, sia in particolare quella più coinvolta dai contagi, con il 37,4% delle denunce complessive, l’82,6% delle quali relative a infermieri, e il 9,8% dei casi mortali codificati, con il 66,7% del personale infermieristico interessato».
Secondo la presidente di Aiop «bisogna continuare ad affrontare l’emergenza pandemica con determinazione. E’ importante attenersi alle indicazioni degli esperti e delle istituzioni e lavorare con senso di responsabilità e con la massima dedizione, anche in considerazione della pericolosità delle varianti, che non devono assolutamente essere trascurate. Serve un impegno collettivo – conclude Barbara Cittadini – per uscire da una crisi sanitaria che ha penalizzato gravemente anche screening, visite ed esami specialistici per altre patologie non Covid. Si tratta, quest’ultimo, di un aspetto ancora troppo sottovalutato e del quale, invece, occorre prendere piena coscienza».