«La sanità algherese sta continuando a vivere un momento difficile non solo per i tempi lunghi delle liste d’attese delle visite, ma soprattutto per la mancanza di una programmazione aziendale da parte della direzione dell’Asl. Anche il servizio di emergenza-urgenza del 118 coordinato dall’Areus ad Alghero sta vivendo un momento di grande difficoltà perché una ambulanza medicalizzata deve garantire una assistenza sanitaria medica per una popolazione quadruplicata nel periodo turistico vacanziero. Il servizio che oggi garantisce il 118 in città, ha un organico di 5 medici e 5 infermieri, decisamente sottodimensionato per una corretta turnazione del servizio. Sos medici sulle ambulanze d’emergenza.»
Lo dichiara il presidente della commissione sanità del comune di Alghero, Christian Mulas, che aggiunge: «il vuoto in organico nelle ambulanze medicalizzate del 118 e del personale desta un’ enorme preoccupazione visto anche i numerosi interventi che questo servizio è chiamato prestare nel nostro territorio”. I medici, infermieri e autisti in servizio sono spesso costretti a turni massacranti, fino al doppio delle 38 ore settimanali. La rete è bucata in troppi Comuni, a cominciare dal Nuorese e dall’Oristanese, dove le «medicalizzate» ormai riescono a fatica a far fronte alle chiamate in arrivo nelle centrali di Cagliari e Sassari».
Ad essere sul piede di guerra sono anche le associazioni di volontariato, ingaggiate sempre dall’Areus: le loro ambulanze sono diventate sempre più solo mezzi di trasporto senza l’assistenza medica necessaria ma con volontari sempre più formati e specializzati.
«Però purtroppo – aggiunge Christian Mulas – in prima linea vanno medici infermieri ed autisti che continuano a garantire il servizio del 118 anche con grande difficoltà per la carenza di personale. Le telefonate per soccorso ad Alghero sono aumentate del 30-40% nel 2022, il carico di lavoro è più che raddoppiato. C’è una percentuale di pazienti positivi con patologie ordinarie, ci sono gli interventi specifici per il Covid e, ancora, i pazienti negativi, bisognosi di cure, oltre ai soccorsi di massima urgenza. Prima, per la paura del contagio, erano in molti a evitare gli ospedali. Adesso i Pronto soccorso scoppiano: quotidianamente si ricevono dagli ospedali segnalazioni sul loro stato di criticità per cui viene richiesto di limitare l’arrivo di ambulanze, salvo codici rossi. Sono allo stremo delle forze gli operatori del 118 e farli lavorare in queste condizioni è assurdo.»
Antonio Caria