«Sulla campagna di disinformazione a mezzo stampa, da parte dell’assessore della Sanità contro i medici di base, accusati di non contribuire attivamente alla campagna di vaccinazione anti-covid, ribadiamo che non da oggi i medici che operano nei territori chiedono di essere messi nella condizione di poter vaccinare in sicurezza per la tutela del paziente e del sanitario. La campagna di vaccinazione non può gravare solo sui medici di base ma richiede una maggiore organizzazione a monte.»
Lo scrive, in una nota, Claudia Zuncheddu, medico di base, portavoce della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica.
«L’assessore dimentica il sacrificio dei medici di base lasciati soli nel pieno della pandemia, quando la Politica di fronte all’emergenza sanitaria scelse di chiudere reparti e servizi di assistenza ai malati no-covid, anziché aprirli e potenziarli. Ciò ha determinato un forte appesantimento dell’attività del medico di base, l’ultimo baluardo della sanità pubblica nei territori – aggiunge Claudia Zuncheddu -.
Questi ultimi fatti hanno contribuito ad aggravare il peso burocratico sul lavoro dei medici, un peso che contrasta con una missione che per sua natura privilegia il rapporto umano e professionale tra medico e paziente. La politica, inoltre, non può persistere nell’ignorare che nei territori manchino i medici di medicina generale. A tutt’oggi, in Sardegna, sono ben oltre 100 le comunità prive di medico di base. Un taglio al diritto alla salute e un aggravio sui servizi per le emergenze, dalle guardie mediche al 118.»
«Sarule, Olzai, Oniferi ed Orani, sono solo un esempio di comunità che attendono da anni la nomina del medico di base – sottolinea Claudia Zuncheddu -. E’ compito dell’assessorato della Sanità bandire le sedi vacanti e attribuire le titolarità dal 2018 al 2020. Questa emergenza, ancor più nei territori che hanno subito lo smantellamento dei propri ospedali pubblici, contribuisce a generare una situazione di precarietà sanitaria su cui la politica deve agire subito per dovere morale e giuridico.»
«L’attacco ed il tentativo di criminalizzazione dei medici di medicina generale, da parte dell’assessore della Sanità – conclude Claudia Zuncheddu -, è ingeneroso e poco responsabile.»