Chiarezza e soluzioni immediate sulla malattia emorragica del cervo. Il mondo allevatoriale di Coldiretti Sardegna e le 7.800 stalle dei bovini da carne alzano la voce dopo il primo caso del nuovo virus Ehd.
Il tema ovviamente sta monopolizzando le assemblee che Coldiretti ha tenuto ad Arzana ed Arzachena.
«Vogliamo solo la garanzia di poter fare impresa – afferma Michele Filigheddu, allevatore di Arzachena -. Abbiamo fatto sacrifici per 15 giorni per la lingua blu, siamo anche consapevoli della nuova emergenza e ci mettiamo a disposizione per affrontarla, ma allo stesso tempo deve essere chiaro che non si può congelare un allevamento per un mese e far ricadere tutte le spese sugli allevatori. Deve essere chiaro che sospendere le vendite per un mese significa un aumento dei costi che noi allevatori non riusciamo a sostenere, a maggior ragione adesso che i prezzi dei mangimi sono aumentati del 50 per cento e le scorte di foraggio sono esigue vista anche l’annata siccitosa.»
«Pur nell’incertezza in cui ci ritroviamo – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – non si può far ricadere tutto sugli allevatori. Occorre trovare soluzioni immediate: noi auspichiamo uno sblocco della movimentazione, in alternativa chiediamo che si programmino, subito, degli aiuti economici, altrimenti le aziende sono davvero costrette a chiudere perché si stanno condannando a morte.»
«Ribadiamo la necessità dell’istituzione di una Unità di crisi – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – con il coinvolgimento dell’Istituto zooprofilattico e le organizzazioni agricole. Si tratta di una situazione di emergenza che va affrontata in modo coordinato ma allo stesso tempo richiede scelte snelle e immediate perché come sempre chi paga il prezzo più salato sono gli allevatori.»
Antonio Caria