Il gruppo dei Progressisti ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per conoscere se nell’ospedale Marino di Cagliari le criticità siano state risolte o siano in via di risoluzione. Chiaramente, sottolineano i Progressisti nel documento, primo firmatario Francesco Agus, la trasformazione del Marino in struttura Covid presuppone il coinvolgimento di altri ospedali dell’area metropolitana: in particolare, verso il San Michele ed il Duilio Casula sono stati dirottati i reparti di ortopedia.
«Queste scelte andavano fatte con attenzione quando c’era il tempo di ragionare – spiega Francesco Agus – invece ad agosto e settembre si è sottovalutata colpevolmente la portata della seconda ondata ed ora si è costretti a correre. Il rischio di scelte dettate dalla fretta, prese mentre si rincorrono le emergenze, è quello di creare ulteriori problemi nelle altre strutture coinvolte. Lo spostamento delle cliniche ortopediche ha logicamente aumentato la pressione sulle due strutture dell’area metropolitana di Cagliari e sui relativi pronto soccorso: nel caso del Policlinico universitario per l’introduzione di una specialità sino a ora non ospitata e, nel caso del Brotzu, per evidenti problemi di sovraccarico sul pronto soccorso e sulla radiologia, con il sovraffollamento che aumenta le possibilità di contagio. Chiediamo quindi se esista e quale sia la strategia adottata per ridurre le difficoltà a cui saranno sottoposti gli ospedali coinvolti.»
«Non dimentichiamo che alla fine dell’estate 2019 la Giunta regionale annunciò i concorsi per l’assunzione di migliaia di medici da completarsi entro il mese di dicembre dello stesso anno, salvo poi bloccare tutto. Già da marzo, poi, il Governo aveva previsto la possibilità di nuove assunzioni per far fronte alla seconda ondata. Niente era stato fatto. È fondamentale ora sapere – sottolinea Massimo Zedda – quanti dei medici reclutati dall’Ats con il bando pubblicato in ottobre, in ritardo di molti mesi, saranno destinati al Marino per la cura dei pazienti Covid e quanti saranno trasferiti al San Michele e al Duilio Casula per rafforzare i reparti di ortopedia.»