Si è aperto questa mattina il convegno regionale di Oncologia e Oncoematologia, patrocinato da Asl 5, Comune di Oristano, Ordine dei medici, e dalle associazioni Ail, Lilt e Komunque donne. Un importante appuntamento per gli specialisti sardi impegnati nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura dei tumori, che oggi e domani potranno confrontarsi, condividere le proprie esperienze professionali e fare rete sui diversi servizi offerti nell’Isola.
A dare il via ai lavori è stato il direttore della struttura complessa di Oncologia e oncoematologia dell’ospedale San Martino di Oristano Luigi Curreli, presidente del convegno e responsabile scientifico insieme alla collega Biancarosa Lampis, che dopo i saluti di rito ha dato la parola al dottor Tito Sedda, ex responsabile dello stesso servizio ospedaliero. Tito Sedda ha sottolineato l’importanza delle “parole che curano”, ossia il peso specifico che l’empatia e il rapporto con il paziente possono assumere nel processo di cura, appellandosi ai giovani colleghi per restituire centralità a questo aspetto della loro professione.
Il direttore socio-sanitario della Asl 5 Alessandro Baccoli, nel portare i saluti della direzione generale dell’Azienda socio-sanitaria oristanese, ha evidenziato il momento di grande difficoltà che il servizio sanitario sta attraversando, con la crisi ormai conclamata nel reclutamento di nuovi medici non solo nella branca oncologica, ma anche in molte altre specialità.
«Stiamo vivendo delle innegabili difficoltà causate da 25 anni di numero chiuso della facoltà di Medicina e dalle modalità con cui è organizzato il percorso formativo – ha affermato il dottor Alessandro Baccoli -. Il problema nella nostra isola è acuito dal fatto che un terzo degli ì specializzandi non è sardo, quindi al termine del percorso di specializzazione andrà via dall’Isola. Di contro, solo il 5% dei giovani sardi che studiano Medicina nella Penisola o all’estero tornerà a lavorare nella sua terra d’origine e la situazione oristanese è ulteriormente penalizzata, perché le risorse professionali quasi sempre si fermano a Cagliari e Sassari. Un fenomeno che osserviamo è che i giovani colleghi scelgono per lo più le specializzazioni più redditizie e meno sacrificanti, mentre quelle che richiedono turni e carichi di lavoro più pesanti, vengono disertate. Per l’insieme di questi fattori, la disponibilità di medici è destinata ad essere sempre più ridotta.»
Nonostante questo quadro, la Asl 5 di Oristano ha in questi anni messo in campo una serie di contromisure destinate a garantire il diritto alla salute dei cittadini.
«Il direttore generale Angelo Maria Serusi e tutto il suo staff – ha detto il direttore socio-sanitario – hanno fatto e stanno facendo enormi sforzi per fronteggiare queste carenze e in diversi casi siamo riusciti a trovare una soluzione. Pensiamo al problema dei medici di medicina generale: nel 2022, con il pensionamento massiccio di diversi di loro, abbiamo rischiato il tracollo. Per questo nel 2023 abbiamo creato gli Ascot, gli ambulatori straordinari di comunità territoriali, che sopperiscono oggi alla carenza di 82 medici di famiglia mancanti nella nostra provincia e danno una risposta a 28.500 cittadini che sarebbero altrimenti privi di assistenza sanitaria di base. Siamo riusciti, facendo un’operazione di scouting fra i giovani medici, a rimettere in piedi il servizio di Guardia medica di Oristano, nella quale fino a quest’estate non si riuscivano a coprire i turni. In ospedale, siamo riusciti a far ripartire l’attività chirurgica a Bosa e Ghilarza e a far riprendere il servizio di Emodinamica al San Martino di Oristano, che abbiamo trovato completamente fermo. Abbiamo anche rinforzato la Pediatria, anch’essa a rischio per carenza di medici, e aperto Neurologia, Otorinolaringoiatria e Oculistica, mentre stiamo lavorando all’avvio della Dermatologia, ed in particolare di quella oncologica. Sul fronte dei tumori, abbiamo dato impulso all’attività senologica, che sta lavorando a pieno ritmo nonostante due soli specialisti in servizio, e realizzato il Cas (Centro d’accoglienza servizi), un percorso d’accoglienza strutturato per i pazienti oncologici. La situazione è critica, ma stiamo impegnando tutte le nostre energie e risorse per fronteggiarla.»
La parola è quindi passata all’assessora ai Servizi sociali del comune di Oristano Carmen Murru, che portando i saluti del sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale, ha sottolineato l’impegno del comune di Oristano al fianco dei servizi sanitari e delle associazioni di volontariato che operano per la prevenzione e il sostegno delle persone con tumore ed ha ricordato l’appuntamento di domenica 24, quando nei locali comunali del Palazzo degli Scolopi saranno effettuate visite senologiche ed ecografie mammarie gratuite a cura dell’associazione Komunque donne. Associazione che, per voce di Bettina Brovelli, ha anticipato che a breve contribuirà ad abbellire le sale dell’Oncologia del San Martino per renderle più accoglienti: «In quest’occasione voglio ringraziare l’Oncologia, e tutto il suo personale medico e infermieristico perché mi ha salvato la vita, non solo dal punto di vista medico, ma anche umano», ha detto la rappresentante di Komunque donne. Per l’Ail, Associazione Italiana leucemie, è intervenuto lo stesso Luigi Curreli, in rappresentanza dell’associazione, e per la Lilt è stato Luciano Curella, senologo della Asl 5 di Oristano, a ricordare come la collaborazione fra l’associazione e l’azienda sanitaria oristanese abbia permesso di tagliare molti importanti traguardi, fra cui la donazione all’Oncologia del San Martino del primo casco refrigerante in Sardegna in grado di ridurre la caduta dei capelli causata dalla chemioterapia.
Via poi agli interventi scientifici, che nella giornata di oggi vedranno gli specialisti confrontarsi su carcinoma mammario ed endometriale, leucemia e sindrome mielodisplastica, mentre domani l’attenzione si sposterà su carcinoma gastrico, pancreatico, vescicale e del fegato e sui problemi bioetici legati alla cura dei tumori.