«Può la rottura dell’unico macchinario atto al lavaggio durante la colonscopia portare alla sospensione di tutti gli esami, anche di quelli urgenti? Sì, succede a Sassari, nella seconda città della Sardegna per numero di abitanti. Non c’è speranza: la nostra è una sanità per soli ricchi. La realtà è una: se sei malato e hai i soldi, ti puoi curare, se invece non hai la possibilità economica, non ti puoi più affidare al servizio sanitario pubblico, che ormai è inesistente. E, mentre lo sfacelo della sanità sarda viene giustificato dalla maggioranza e definito “transitorio”, dobbiamo invece evidenziare che la catastrofica realtà in cui stiamo vivendo è conseguenza di una Riforma sanitaria capestro, voluta da questo governo regionale, approvata e mai entrata pienamente in vigore. Ecco quindi che arriva anche l’ennesimo schiaffo per i malati sardi.»
Lo denuncia la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Desirè Manca, che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu per sapere come intendano attivarsi per far sì che le visite specialistiche riprendano con urgenza.
«Dopo i medici in affitto, le ambulanze medicalizzate senza medico a bordo, le liste di attesa chilometriche, anche per gli interventi oncologici, i tempi di attesa che arrivano fino ai tre anni, succede che anche effettuare un esame diagnostico importante come la colonscopia non sia più possibile – prosegue Desirè Manca -. Non dimentichiamo inoltre che i tempi si allungano per effettuare esami di medicina nucleare per mancanza di reagenti e che i reparti, strutturalmente obsoleti e al limite della decenza, sono al collasso per mancanza di medici. Basti pensare al reparto di Oncoematologia che attende una ristrutturazione da vent’anni, o al reparto di Neuropsichiatria infantile strutturalmente inadatto al ricovero di minori. E adesso accade che per effettuare una colonscopia, spesso un esame salvavita, si deve avere la disponibilità di circa 400 euro e rivolgersi al privato. Questa è l’ennesima vergogna di un territorio allo stremo, abbandonato a se stesso.»
«Rispondere alle richieste che pervengono da tutto il territorio del nord Sardegna è impossibile, dato che la carenza di servizi sanitari si estende a tutta la zona, e gli utenti si rivolgono all’ unico centro importante, quello sassarese – conclude Desirè Manca -. La Sanità della città di Sassari è bloccata, gli interventi congelati, così come le visite. E i malati con gravi patologie aumentano, ignari del fatto che fatto che ci sia una classe politica incapace di programmare e di risolvere problemi così urgenti ed importanti come il poter effettuare un esame salvavita, che il servizio pubblico dovrebbe garantire, e che invece rimane appannaggio di chi ha i soldi.»
Antonio Caria