«Sono trascorsi otto mesi dal nostro primo appello all’assessore della Sanità Mario Nieddu affinché si trovasse una soluzione per il dramma che coinvolge gli oltre 100 lavoratori impiegati nella struttura sanitaria di Rizzeddu e tutti i pazienti psichiatrici da anni in cura nella stessa. Purtroppo, le nostre richieste d’aiuto, urlate a gran voce e rivolte ad Ats, Asl di Sassari ed assessore Mario Nieddu, si sono scontrate contro il muro dell’indifferenza, dell’immobilismo e dell’incapacità dimostrata da questo governo regionale. Così, tra quattro giorni per i 100 lavoratori di Rizzeddu si aprirà il dramma nel dramma: la perdita del lavoro. Oggi possiamo affermare che queste famiglie sono state volutamente abbandonate al proprio destino e condannate al licenziamento per manifesta incapacità di portare a termine una procedura d’appalto.»
Così i consiglieri regionali Desirè Manca (M5S) e Gian Franco Satta (Progressisti), che già lo scorso 6 marzo hanno presentato un’interrogazione urgente in Consiglio, lanciano l’ultimatum.
«La vicenda è nota: i lavoratori di Rizzeddu – spiegano i due consiglieri – attendono da tempo il trasferimento nei locali del San Giovanni Battista di Ploaghe, la nuova struttura dedicata ad accogliere i pazienti psichiatrici di Rizzeddu. Ma ancora oggi, quando mancano soltanto quattro giorni alla scadenza dei contratti, la struttura di Ploaghe non può essere accreditata e non potrà esserlo fino a quando non verrà pubblicato il bando della gara d’appalto che consentirà la proroga dei contratti dei lavoratori della Cooperativa sociale Elleuno, e di conseguenza la prosecuzione dell’attività nei nuovi locali anche dopo il 31 marzo.»
«Questo vergognoso ritardo in questo difficile momento di crisi pandemica è gravissimo, anche perché se queste professionalità resteranno a casa, decine di pazienti psichiatrici, di persone fragili, resteranno senza punti di riferimento e senza assistenza. Questo è l’ennesimo schiaffo per la città di Sassari e per il nostro territorio – concludono i due consiglieri –. Un’ulteriore mossa studiata ad hoc per impoverire ancora di più un territorio martoriato dell’incapacità della politica isolana, da sempre più attenta a risolvere i problemi del Sud Sardegna rispetto a quelli del Nord.»