«Non c’è pace per gli stomizzati sardi. Persone che superata la fase chirurgica vivono con l’ausilio di dispositivi medici delicati che provocano disagio sia a livello fisico che psicologico. Svolgere le faccende quotidiane e reinserirsi nella società civile e lavorativa, dopo un intervento di questo tipo è un passaggio doloroso e complesso. Immaginiamo, infine, se per poter ritirare i dispositivi medici essenziali alle propria sopravvivenza, queste persone vengono costrette al ritiro presso le farmacie, anziché poter chiedere di ricevere i dispositivi medici comodamente a casa.»
A dirlo è la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Desirè Manca, che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale.
«Ebbene – sottolinea Desirè Manca – il peggiore degli scenari che si potesse prefigurare, è quello che sta purtroppo accadendo. Infatti, l’Azienda per la Tutela della Salute, incaricata dell’espletamento della gara per la fornitura di dispositivi per stomia, ha ritenuto di non prevedere il doppio canale di distribuzione dei dispositivi per salvaguardare la privacy dei pazienti, non accogliendo, tra l’altro, le proposte avanzate dall’Associazione Sarda Stomizzati in sede di consultazione volta alla predisposizione dell’appalto.»
«La modalità di consegna dei dispositivi scelta da ATS – conclude Desirè Manca – non tiene conto del disagio che verrà causato ai portatori di stomia, per la maggior parte invalidi, anziani, senza mezzi di trasporto e a volte soli. Pertanto chiedo all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu se non ritenga necessario dare le opportune disposizioni ad Ats Sardegna affinché nella procedura aperta per l’affidamento della fornitura di dispositivi medici per stomia per pazienti colo-uroileostomizzati sia prevista la possibilità di scelta tra la consegna domiciliare e quella presso la farmacia territoriale. Domande che- conclude – rivolgerò direttamente all’assessore durante il question time in programma il prossimo 22 giugno.»
Antonio Caria