Salgono a tre i casi di Coronavirus a Bosa. Ad essere stata contagiata è una persona che lavora in ambito sanitario. Le persone, secondo quanto sottolinea il sindaco Piero Casula, stanno bene e sono in quarantena.
Ma sulla comunicazione dei dati esplode la rabbia di Piero Casula: «Ci sarebbe tanto da dire di come, almeno negli ultimi 15 anni, è stata gestita in Sardegna e, in particolare, nel nostro territorio».
«Si è stravolto – così ancora il primo cittadino – principio che “al centro delle politiche sanitarie c’è la persona”. È già un’anomalia il fatto che nascano Comitati a difesa di un Diritto Costituzionale, ma questo oggi ci troviamo davanti.»
«Sono del parere – aggiunge Piero Casula – che la struttura della nuova impostazione dell’organizzazione sanitaria vada nella direzione giusta, quella di riavvicinare i centri decisionali ai territori.»
«L’Ats è stata un abominio che ha fatto emergere il peggio del peggio. Il Governo regionale ha tardato anche troppo a sotterrare questo mostro giuridico, che ha consentito nella fase finale della sua esistenza e di commissariamento di distribuire ruoli e incarichi a pie’ mani, ma non ha consentito di riportare un pediatra, un fisiatra. Insomma tutte le figure professionali di cui l’ospedale e il territorio sono fortemente carenti. Un dubbio (o più di uno) – conclude Piero Casula – sorge spontaneo ma meglio andare oltre. Adesso pensiamo a dare gambe a chi alza la testa per evitare ulteriori atti pirateschi nei confronti dei Servizi Sanitari (ospedalieri e territoriali). Io firmerò questa petizione, per fare in modo che i nostri rappresentanti territoriali abbiano più forza nel sostenere tutte le iniziative a favore del potenziamento dei Servizi Sanitari.»
Antonio Caria