Gli ultimi sviluppi della diffusione del Coronavirus in Sardegna, così come nel resto d’Italia, preoccupano. Per capire fino in fondo la delicatezza di questa fase, dovremmo probabilmente volgere lo sguardo verso gli Stati confinanti con l’Italia, dove i contagi sono in aumento.
Per evitare un nuovo lockdown, è necessario e indispensabile tenere alta l’attenzione e rispettare le disposizioni preventive, perché diversamente si potrebbe correre seriamente il rischio di ripiombare nel buio totale!
Da più parti, soprattutto le persone più indifferenti, hanno dimenticato le vittime, oltre 35.000 persone decedute a causa del Coronavirus, cancellato dalla memoria il corteo di camion militari che trasportavano le bare di tutte quelle povere vittime che non hanno potuto avere nemmeno il conforto dei propri cari e nemmeno un fiore, una preghiera.
Soprattutto tra i giovani, spesso non c’è nessun rispetto del distanziamento fisico, le mascherine non vengono utilizzate. Vanno anche tenuti sotto controllo i casi dei contagi tra gli immigrati che arrivano sulle nostre coste sperando di trovare un nuovo Eldorado, una nuova vita, lontano dai loro paesi d’origine e dai lager dove sono state compiute efferatezze di ogni tipo, con la complicità silente delle superpotenze e non solo.
Prima del Covid-19, in Sardegna avevamo una situazione economica che non era certamente il massimo, sempre alle prese con i problemi legati alla disoccupazione, una precarietà dilagante, ma l’avvento del Coronavirus ha spazzato via come un uragano quel poco di positivo che era stato creato.
In questa nuova situazione, la politica dovrebbe svolgere in maniera più efficace il proprio ruolo, attivare tutte quelle iniziative volte a ridare certezze alla società sarda che ha già pagato un prezzo altissimo.
Armando Cusa