«L’Ospedale Marino è stato smantellato, distrutto, cancellato, nel silenzio generale. Lo diciamo da mesi, ma non ci ha ascoltato finora quasi nessuno. Doveva essere trasferito per legge all’Università, per la mirabolante ortopedia robotica, ma – eletto il futuro primario in parlamento – è ancora saldamente in mano all’ATS, che lo ha trasformato, sulla carta, in ospedale covid, grazie alle indicazioni della Regione leghista.»
Lo sottolineano, in una nota, i consiglieri comunali del centrosinistra al comune di Alghero Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Valdo Di Nolfo, Raimondo Cacciotto, Mimmo Pirisi ed Ornella Piras che denunciano: «Ridimensionati i reparti di ortopedia e riabilitazione, si sono offerti contemporaneamente più posti letto al privato, al Mater Olbia per la precisione, mentre sono stati trasferiti in spazi angusti medicina dello sport, dermatologia, diabetologia. Oculistica, fiore all’occhiello dell’ospedale, ha visto l’attività operatoria calare in modo impressionante, passando da 15 interventi in media al giorno a 16 a settimana. Totale cancellazione di esami diagnostici e procedure terapeutiche. Liste d’attese lunghissime per pazienti che possono solo ricorrere al privato, a pagamento. L’ospedale Covid, così è diventato il terzo piano del Marino, destinato a pazienti a bassa-media intensità di cure, non ha un servizio di pre-triage e soprattutto i 4 dirigenti medici dovranno rientrare ora nelle strutture di assegnazione».»
«Ne consegue – concludono i consiglieri del centrosinistra – che, senza risorse umane non non potrà più essere garantita neanche l’attività di quel reparto che oggi conta sulla carta 46 posti letto, ma dovrebbe arrivare a 87. Una gestione fallimentare della sanità da parte della Regione e del suo rappresentante territoriale, il leghista Michele Pais. La città, le sue forze vive, le forze politiche, le associazioni, si mobilitino insieme a noi per impedire lo sfascio totale.»
Antonio Caria