Si parlerà di medicina geriatrica, dei nuovi approcci diagnostici e terapeutici, delle innovazioni tecnologiche e farmaceutiche ma anche di epidemiologia dell’invecchiamento. Il convegno “L’anziano sempre al centro” che si apre a Catania il 19 maggio (20 e 21 Hotel Baia Verde) sarà l’occasione per mettere a confronto le Geriatrie di tutta Italia e vedrà la partecipazione anche del reparto dell’Aou di Sassari, diretto dalla dottoressa Patrizia Tilocca. L’appuntamento siciliano è organizzato dall’Amge, Associazione multidisciplinare di Geriatria, che ha scelto la città alle pendici dell’Etna per tenere il quinto congresso nazionale. Per la struttura sassarese sarà un’opportunità per mettere in luce l’attività svolta in questi due anni di pandemia e, in particolare, nel periodo in cui il reparto è stato trasformato in reparto Covid.
L’unità operativa al sesto piano del Santissima Annunziata ha vissuto in pieno le ondate della pandemia. Era diventato reparto Covid tra novembre 2020 e febbraio 2021 e aveva ospitato 184 pazienti. La struttura era diventata ancora una volta “Covid” tra gennaio e febbraio 2022, ospitando 62 pazienti.
«Sono stati due periodi differenti – afferma la dottoressa Patrizia Tilocca – perché nel 2020 i pazienti ricoverati, di tutte le età, avevano la polmonite interstiziale e l’insufficienza respiratoria da Covid-19. Nella seconda fase, invece, la maggior parte dei pazienti, prevalentemente geriatrici, non aveva la malattia Covid-19 ma accedeva al pronto soccorso per altre patologie e veniva ricoverata nei reparti Covid per riscontro di positività da tampone naso faringeo per Sars Cov-2. Erano, pertanto, delle popolazioni di pazienti diversi. Quelli geriatrici hanno sempre avuto una prognosi peggiore e, a parità di altre condizioni, una mortalità maggiore.»
Il direttore della Geriatria dell’Aou, assieme alla dottoressa Valentina Virdis, dirigente medico della struttura, presenterà una relazione su “Il delirium negli anziani ricoverati in Geriatria per Covid 19“. Uno studio che ha messo in evidenza la difficile situazione vissuta da questi pazienti fragili.
«I pazienti con demenza complicata da episodi di delirium – riprende Patrizia Tilocca – avevano una mortalità quattro volte superiore e chi sopravviveva aveva un declino delle funzioni cognitive maggiore rispetto agli altri pazienti.
«Quei pazienti rappresentavano quindi una sfida assistenziale, soprattutto, per noi geriatri – prosegue -, in quanto era necessario fare una diagnosi precoce, spesso difficile per la presenza di quadri atipici.»
Dall’esperienza dei geriatri sassaresi è emerso che la degenza in un reparto Covid peggiorava lo stato cognitivo dei pazienti e aumentava il rischio di episodi di delirium, dovuto all’isolamento sociale, all’assenza di familiari, alla presenza di personale non riconoscibile per l’uso dei dispositivi di protezione, ad un’accresciuta confusione unita a un senso di angoscia.
«La prevenzione degli episodi di delirium e il trattamento precoce delle patologie che lo possono determinare – conclude la specialista – sono state le uniche armi a nostra disposizione. In questo modo si è cercato di evitare un incremento degli episodi di delirium quindi un peggioramento delle complicanze durante la degenza e il maggior declino delle funzioni cognitive anche dopo la dimissione.»