L’Isola prosegue il proprio cammino sulla ‘road map’ tracciata in accordo con la Commissione europea ed il ministero della Salute verso la revisione delle restrizioni alle esportazioni dei capi suini e dei prodotti suinicoli che da tempo pesano sul comparto. Oggi, a Bruxelles, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, il sottosegretario del ministero della Salute, Andrea Costa, ed il responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana e direttore dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna, Giovanni Filippini, hanno incontrato il direttore dei servizi veterinari della direzione generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea, Bernard Van Goethem, per fare il punto sullo stato d’avanzamento delle misure messe in campo dalla Regione per il contrasto alla PSA.
Dall’Europa cinque le raccomandazioni inviate alla Sardegna, indicazioni formulate in seguito ai rilievi dell’ultimo audit, a novembre 2021. Richieste a cui la Regione ha risposto attraverso un piano d’azione accolto positivamente da Bruxelles.
Tra gli impegni assunti dalla Regione, l’invio, a cadenza mensile, di report per aggiornare la Commissione europea e il Ministero sui progressi nell’attuazione delle misure proposte in risposta alle raccomandazioni comunitarie. Oggi, sul tavolo di Bruxelles, il report di agosto, il secondo dall’istituzione della road map. Al termine del percorso i dati raccolti consentiranno alla Commissione europea guidata da Stella Kyriakides di decidere, il 15 dicembre, in accordo con il parere espresso da un comitato tecnico formato dai rappresentanti degli Stati membri, l’eventuale rimozione dei divieti che oggi pesano sul comparto suinicolo.
La prima raccomandazione della Commissione europea riguarda l’implementazione dei sistemi per la registrazione dei maiali d’allevamento, con particolare riferimento ai nuovi nati. Gli interventi messi in campo dalla Regione stanno portando a un progressivo riallineamento dei dati dai quali, in passato, emergeva una forte discrepanza tra il numero dei suinetti censiti (680mila su tutto il territorio) e il dato sulla macellazione (460mila capi), un quadro considerato incompleto anche alla luce del rapporto statistico tra il numero delle scrofe e quello dei nuovi nati (risultava un numero di scrofe troppo alto, anomalo rispetto al numero dei nuovi nati).
La seconda raccomandazione pone l’accento sul monitoraggio del brado. Su questo fronte la Regione è intervenuta rafforzando la sorveglianza del territorio grazie al coinvolgimento della Forestale e una catena di controlli che vede l’Unità di progetto e, a cascata, i servizi veterinari, intervenire su tutte le anomalie rilevate dagli agenti che operano su tutto il territorio.
La terza linea di intervento riguarda, invece, l’indagine epidemiologica a seguito di focolaio e l’adozione di un sistema che oggi è in grado di assicurare una maggiore efficacia d’azione e l’immediata disponibilità dei dati a tutti i soggetti coinvolti (assessorato della Sanità, Asl, Izs, ministero della Salute e Commissione europea).
La quarta e la quinta raccomandazione fanno riferimento alla sorveglianza passiva sul suino domestico (che la Regione ha potenziato estendendo le indagini a tutto il territorio regionale e quindi non più limitatamente alla ‘zona rossa’ del cinghiale infetto) e la sorveglianza passiva del cinghiale (dove grazie a un accordo con i cacciatori e l’impiego dei cani molecolari sono state individuate e analizzate, nell’anno in corso, 28 carcasse di animali morti in natura, tutte negative al virus).