La Commissione europea ha riconosciuto ufficialmente l’eradicazione della peste suina africana dal cinghiale su tutto il territorio sardo. La proposta è stata votata venerdì scorso a unanimità dai rappresentanti degli stati membri dell’Unione europea e la decisione sarà pubblicata ufficialmente nelle prossime ore. Un verdetto che ridefinisce in modo significativo la geografia delle prescrizioni ancora in vigore nell’Isola, fino a oggi caratterizzata da tre zone, oltre a una zona ‘libera’ da restrizioni estesa già a maggio al 62% dei Comuni della Sardegna. La decisione di Bruxelles cancella infatti la ‘zona 2’ (del selvatico) e restringe la ‘zona 1’ (la cosiddetta zona cuscinetto, ora ridotta a 35 Comuni) al solo perimetro attorno alla ‘zona 3’ (zona in fase di regolarizzazione sul piano dei suini non censiti), che rimane invariata per dodici Comuni della Sardegna centro-orientale e a cui si aggiunge una zona di restrizioni, in vigore fino al 22 dicembre, sui territori interessati dal recente focolaio ‘di importazione’ del genotipo 2 in un allevamento a Dorgali, prontamente gestito dall’Unità di progetto.
Le aree completamente libere in cui non sarà più necessario il ricorso alle deroghe per la movimentazione degli animali, delle carni o per la caccia, passano così a oltre l’85% del territorio, per un totale di 330 Comuni.
«Il riconoscimento a livello comunitario dell’eradicazione del genotipo 1 della peste suina nel selvatico, che in Sardegna circolava da oltre quarant’anni, rappresenta un traguardo storico a coronamento del grande lavoro portato avanti nell’Isola su questo fronte. Un risultato che assume ancora più rilevanza in un momento in cui, ovunque, a livello nazionale ed europeo, la peste suina continua a rappresentare una piaga. La Sardegna ha dimostrato che quella contro il virus è una battaglia che si può vincere e siamo orgogliosi che questo messaggio di speranza, al mondo, arrivi dal nostro territorio.»
Una lotta, quella intrapresa nell’Isola contro la peste suina africana, che arriva a un punto di svolta nel 2021, in seguito all’audit della Commissione europea da cui partiranno le osservazioni che, porteranno la Sardegna al potenziamento della sorveglianza sanitaria, all’estensione del censimento degli animali, fino all’implementazione dei più moderni strumenti di condivisione delle informazioni e dei dati tra la Regione, il ministero della Salute e Bruxelles. Azioni rese possibile anche grazie a una collaborazione sinergica di diverse forze in campo, dal ministero della Salute, all’Istituto zooprofilattico e i servizi veterinari delle Asl, passando per l’Agenzia Forestas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, le associazioni di categoria degli allevatori, le associazioni venatorie e cinofile e le amministrazioni locali su tutto il territorio. Lo dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, nel corso di una conferenza stampa a Villa Devoto, a presentato la decisione della Commissione europea insieme all’assessore della Sanità, Carlo Doria, e il responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina, Giovanni Filippini.
In allegato la mappa aggiornata: in bianco le aree libere; in verde la zona 1; in rosso la zona 3; l’area cerchiata è riferita al focolaio di Dorgali.