La Sanità sarda vive una situazione di estrema precarietà.
L’ultima esperienza, vissuta personalmente, risale ai giorni 14e 15 settembre. Arrivati alle ore 16.00 al Pronto Soccorso dell’ospedale Brotzu e andati via la mattina successiva alle ore 4.39.
Una pausa il giorno 16 settembre e ieri ritornati in ospedale, stavolta al SS Trinità, alle ore 12,30.
Alle 21,30, ancora in attesa.
Lungaggini a non finire, ambulanze arrivate quasi tutte in codice rosso, a causa dell’agitazione del personale medico, paramedico, imprese di pulizie ed altre professionalità.
Ancora una volta le persone che fanno ricorso ai vari presidi ospedalieri pagano il ritardo negli interventi della sanità che non possono essere più procrastinabili e che richiedono un intervento forte, affinché i fruitori di questo servizio indispensabile non debbano affrontare più situazioni di estremo disagio.
A tal proposito, le forze politiche devono garantire un impegno maggiore e, soprattutto, l’assessorato della Sanità deve essere in grado di offrire un servizio più efficiente alla comunità.
Armando Cusa