«Test rapidi in tutti i punti di arrivo della Sardegna, porti e aeroporti»: è la richiesta che viene fatta da Faita Federcamping per garantire il proseguo delle vacanze in totale sicurezza.
«Nei nostri campeggi – ha dichiarato il presidente, Nicola Napolitano – garantiamo oltre 100 metri quadri di spazio a persona ma è necessario a monte, come dicemmo già a fine maggio anche il test perché, vista l’emergenza, oltre al buon senso e alla buona fede (che abbiamo riscontrato essere diffusa ma soggetta all’errore) è necessario anche il rigore dei dati scientifici che garantiscono la giusta serenità a tutti per poter convivere con il Covid e poter usufruire delle vacanze spensierate di cui abbiamo bisogno quest’anno più che mai.»
«Come abbiamo detto da fine maggio – ha aggiunto Nicola Napolitano – la tutela della salute è un diritto individuale irrinunciabile, sancito dalla costituzione e non può essere contrapposto all’interesse economico. Questi mesi confusi ci hanno comunque insegnato che le persone sono il veicolo del virus, e sono loro che lo portano in giro per il mondo. Per questo non c’è ragione per non sottoporsi ad un tampone, un test o come lo vogliamo chiamare per mapparne la diffusione e accertarsi di essere sano. Questo è l’affermazione del principio di giustizia della salute, ed è il modo migliore anche per dare una chance alla tenuta del turismo. Un modello che dovrebbe adottarsi in tutto il mondo a garanzia delle persone e dei contesti economici e sociali coinvolti.»
«Il lavoro in sicurezza – ha specificato ancora Faita Sardegna – è la richiesta che arriva dagli stessi turisti. Noi offriamo vacanze, e queste devono potersi realizzare senza tensione, sospetto o diffidenza del prossimo. La sicurezza dei turisti, e speriamo che questo messaggio sia stato recepito finalmente da tutti i livelli istituzionali, è la più forte arma di marketing e promozione di un territorio. Non possiamo giocare alla roulette russa, con la probabilità che uno autocertifichi in buona fede l’essere sano (ma non lo è), mettendo a repentaglio la salute e l’economia di un’azienda.»
Inoltre, Faita Sardegna ribadisce come l’isola sia «una metà sicura grazie anche al comportamento esemplare e alla grande responsabilità che abbiamo avuto modo di testare in questo mese e mezzo di apertura delle nostre strutture, dove le misure di sicurezza sono state rispettate. È chiaro, come dicemmo a fine maggio che senza i test scientifici e basandoci solo sull’autocertificazione incorriamo facilmente in errori seppur in buona fede che rischiano di pregiudicare anche gli ultimi scampoli di questa stagione.»
A questo proposito, è stato anche lanciato l’hashtag # responsabilidellanostrasicurez za, «A favore appunto di tutti quei comportamenti che permetteranno di vivere d’ora in poi la nostra isola in maniera rispettosa e responsabile».
«Nei nostri campeggi – ha dichiarato il presidente, Nicola Napolitano – garantiamo oltre 100 metri quadri di spazio a persona ma è necessario a monte, come dicemmo già a fine maggio anche il test perché, vista l’emergenza, oltre al buon senso e alla buona fede (che abbiamo riscontrato essere diffusa ma soggetta all’errore) è necessario anche il rigore dei dati scientifici che garantiscono la giusta serenità a tutti per poter convivere con il Covid e poter usufruire delle vacanze spensierate di cui abbiamo bisogno quest’anno più che mai.»
«Come abbiamo detto da fine maggio – ha aggiunto Nicola Napolitano – la tutela della salute è un diritto individuale irrinunciabile, sancito dalla costituzione e non può essere contrapposto all’interesse economico. Questi mesi confusi ci hanno comunque insegnato che le persone sono il veicolo del virus, e sono loro che lo portano in giro per il mondo. Per questo non c’è ragione per non sottoporsi ad un tampone, un test o come lo vogliamo chiamare per mapparne la diffusione e accertarsi di essere sano. Questo è l’affermazione del principio di giustizia della salute, ed è il modo migliore anche per dare una chance alla tenuta del turismo. Un modello che dovrebbe adottarsi in tutto il mondo a garanzia delle persone e dei contesti economici e sociali coinvolti.»
«Il lavoro in sicurezza – ha specificato ancora Faita Sardegna – è la richiesta che arriva dagli stessi turisti. Noi offriamo vacanze, e queste devono potersi realizzare senza tensione, sospetto o diffidenza del prossimo. La sicurezza dei turisti, e speriamo che questo messaggio sia stato recepito finalmente da tutti i livelli istituzionali, è la più forte arma di marketing e promozione di un territorio. Non possiamo giocare alla roulette russa, con la probabilità che uno autocertifichi in buona fede l’essere sano (ma non lo è), mettendo a repentaglio la salute e l’economia di un’azienda.»
Inoltre, Faita Sardegna ribadisce come l’isola sia «una metà sicura grazie anche al comportamento esemplare e alla grande responsabilità che abbiamo avuto modo di testare in questo mese e mezzo di apertura delle nostre strutture, dove le misure di sicurezza sono state rispettate. È chiaro, come dicemmo a fine maggio che senza i test scientifici e basandoci solo sull’autocertificazione incorriamo facilmente in errori seppur in buona fede che rischiano di pregiudicare anche gli ultimi scampoli di questa stagione.»
A questo proposito, è stato anche lanciato l’hashtag #
Antonio Caria