Una visita inaspettata ma certamente molto gradita e piena di significato che ha riempito di gioia e dato conforto ai tanti pazienti che, in questi giorni, sono ricoverati nel reparto di Malattie infettive dell’Aou di Sassari. L’ha fatta ieri sera l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba che, attraverso le finestre del reparto che si affacciano su Piandanna, ha salutato i pazienti della struttura di viale San Pietro impartendo loro la benedizione.
L’arcivescovo, accompagnato dal direttore delle Malattie Infettive, professor Sergio Babudieri e dalla coordinatrice Speranza Loriga, ha seguito un percorso in sicurezza sui terrazzi esterni alle stanze di degenza dei pazienti Covid19 ricoverati. Grazie ad un walkie talkie, anche portato all’interno stanza per stanza da un’infermiera, l’arcivescovo, facendosi riconoscere con un fugace spostamento della mascherina, ha avuto modo di dialogare con i pazienti, impartendo loro la benedizione pasquale oltre che l’assoluzione e l’indulgenza plenaria, estesa poi anche a tutti gli operatori.
«È stata per i pazienti una vera e propria sorpresa – afferma Sergio Babudieri – e sia per loro sia per gli operatori, che ogni giorno con dedizione lavorano in reparto, è stato davvero un momento commovente.»
Una iniezione di umanità e di speranza, arrivata attraverso le parole di monsignor Gian Franco Saba che ha mostrato la sua vicinanza ai malati, alle loro famiglie e ai sanitari impegnati in prima linea.
Sono attualmente 23 i pazienti ricoverati nella palazzina di viale San Pietro, organizzata con stanze ordinarie, singole e doppie in “alto contenimento”, dotate di strumentazioni tecnologiche come video e telecamere che consentono al personale sanitario di monitorare e comunicare con il paziente.Un ringraziamento particolare, a nome di tutto il personale impegnato nell’assistenza e di tutti i degenti, è arrivato dal commissario dell’Aou di Sassari, Giovanni Maria Soro che ha sottolineato l’importanza e il significato di questa visita, ricordando come la comunità, attraverso le tante donazioni, e la Chiesa – con il suo carico di umanità, spiritualità e supporto – siano sempre state vicine alla Sanità in questa fase di grande emergenza.Una vicinanza che la Chiesa esprime anche attraverso l’azione quotidiana dei cappellani dell’Aou.
Sempre ieri, infatti, don Paolo Mulas all’ingresso della Rianimazione Covid di viale San Pietro ha portato ai pazienti, alle loro famiglie e agli operatori la benedizione e gli auguri pasquali.
Un reparto, quello diretto da professor Pier Paolo Terragni, che con il concetto di “terapia intensiva aperta” nel tempo ha rappresentato il simbolo dell’accoglienza, con le sue porte aperte ai familiari dei pazienti. Un’occasione per vedere i propri cari e stare loro vicini, anche in un momento particolare di sofferenza.
Ma che ora, al tempo del coronavirus, non è più possibile. La Rianimazione si è trasformata in terapia intensiva per pazienti Covid positivi – attualmente sono 10 i pazienti ricoverati – dove quella porta aperta è stata sostituita da una nuova struttura con una doppia chiusura ermetica, segno distintivo della lotta severa di contrasto alla pandemia in atto.