«Davanti al disastro sociale ed economico causato dalla pandemia di covid-19 appaiono incomprensibili i ritardi della campagna vaccinale che si registrano in Sardegna e che collocano la nostra Isola agli ultimi posti tra le regioni italiane.»
La Anp-Cia Sardegna, Associazione dei Pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori della Sardegna, di fronte alla crescente ripresa dei contagi del Covid-19 delle ultime settimane, esprime una forte preoccupazione per l’accrescersi di un contesto emergenziale, dove ogni giorno bisogna confrontarsi con il rischio di contagio.
«In Sardegna gli ultrasessantacinquenni rappresentano circa il 25% della popolazione complessiva. La lunga crisi economica, aggravata dalle conseguenze della pandemia in corso, ha purtroppo portato i pensionati, unitamente al settore primario, a essere i soggetti che garantiscono la tenuta sociale e economica isolana. Molte famiglie sopravvivono e si reggono con le pensioni dei genitori e dei nonni».
L’Associazione dei Pensionati di Cia – Agricoltori Italiani della Sardegna, con le sue migliaia d’iscritti, nel denunciare questa grave e incomprensibile situazione, chiede al presidente e all’assessore alla Sanità della Regione Sardegna, oltre che alla politica regionale tutta, di superare lo stallo attuale e di fare in modo che sia immediatamente riprogrammata e rilanciata la campagna di vaccinazione contro il Covid, con tempi certi, maggiore efficienza organizzativa e nel rigoroso rispetto dei criteri di priorità indicati dalle autorità sanitarie.
«Ritardi, disattenzioni e inefficienze della attuale campagna vaccinale colpiscono l’intera popolazione dell’isola e in particolare gli anziani e i soggetti con disabilità, che hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo in vite umane e ben lungi dall’essere considerati prioritari nel processo di vaccinazioni, appaiono dimenticati da tutti.»
La campagna vaccinale è un’azione decisiva per superare l’emergenza sanitaria, tutelare la salute di tutti e creare le condizioni per un ritorno alla normalità a livello sia economico che sociale.
«Le persone anziane stanno maggiormente soffrendo di questa situazione; la fragilità fisica e, spesso, l’isolamento sociale contribuiscono ad aggravare un disagio che si protrae ormai da lungo tempo. In questo senso, il vaccino non è solo un mezzo di difesa dal virus, è una speranza di rinascita.»
Ecco perché è necessario vaccinare rispettando rigorosamente l’ordine delle categorie prioritarie indicato dalle autorità.
«Quindi è giusto proseguire con personale sanitario, forze dell’ordine, protezione civile, insegnanti, così come riprendere, in maniera più sistematica ed efficiente, con i soggetti più fragili con disabilità e con gli anziani per ordine di età e con patologie.»