L’associazione Prometeo AITF ODV ha scritto alla direzione del Brotzu sulle criticità dell’assistenza ai neotrapiantati. Il testo integrale.
«Gent.ma dott.ssa Agnese Foddis, Direttrice generale Arnas “G. Brotzu” e gent.mo dott. Raimondo Pinna, Direttore sanitario Arnas “G. Brotzu”, abbiamo saputo da più fonti che riteniamo molto attendibili che i lavori per la trasformazione della semintensiva della Chirurgia generale in intensiva dedicata ai trapiantati non sono ancora terminati e che, anzi, ci vorranno ancora altri mesi per ultimarli. Tale notizia ci ha stupiti e impensieriti visti i grandi disagi che da tanto tempo stanno affrontando pazienti e operatori sanitari. A impensierirci maggiormente, però, è un’altra notizia che ci è stata data, ossia che, in attesa della conclusione dei lavori, i rianimatori della TIPO dovrebbero essere distaccati dalla Chirurgia generale. Se quanto riferito fosse vero, vorremmo capire a quale struttura sarebbero destinati questi operatori sanitari che, con fatica e impegno, si sono specializzati nell’assistenza ai neotrapiantati. Soprattutto, però, vorremmo capire in quali forme si svolgerebbe l’assistenza a questi ultimi. Se, cioè, verrebbero trattenuti nella Rianimazione “generalista” (dove – è inutile nascondercelo – sono più esposti al rischio di infezioni) o se, dopo una breve sosta in questo reparto, sarebbero trasferiti direttamente in reparto al 7° piano, come sta avvenendo ora in quanto i locali della semintensiva sono inagibili per via dei lavori di trasformazione. Nel secondo caso, vorremmo anche sapere chi dovrebbe prestare loro assistenza, posto che i rianimatori della TIPO non sarebbero più in servizio in questa struttura. Non è certo necessario che Vi ricordiamo quanto un neotrapiantato sia fragile oltre che bisognoso di supporto specializzato e possibilmente di ambienti sterili in cui stare. Necessità che, in tempi recentissimi, ho avuto modo di toccare di nuovo con mano mentre ero ricoverato in compagnia di nuovi “colleghi”.
Per tali ragioni, riteniamo fondamentale che, visti gli attuali problemi logistici, sia almeno garantita la permanenza dei neotrapiantati al 7° piano con l’assistenza specializzata dell’attuale personale sanitario del Centro trapianti, inclusi i rianimatori della TIPO.
Aggiungiamo a questa richiesta l’invito a rafforzare i tre Centri trapianti, in particolare, dotandoli di ulteriore personale medico e infermieristico.
Vorremmo, inoltre, cogliere l’occasione per esprimerVi la nostra posizione favorevole alla realizzazione della piastra tecnologica per l’emergenza-urgenza e, in generale, al rafforzamento degli ospedali preesistenti (possibilmente con anche il rientro del Microcitemico sotto la guida dell’Arnas “G. Brotzu”). Non siamo contrari a costruire nuovi ospedali purché, nel frattempo, quelli già operanti siano messi in condizioni di lavorare al meglio delle loro potenzialità.
Ci farebbe piacere poterVi incontrare per esaminare serenamente e di persona con Voi tali questioni.»