«Chiediamo alla Regione Sardegna di istituire il Servizio di fisioterapia delle cure primarie, per intercettare e rispondere ai bisogni di cure adeguate dei cittadini, affiancando e integrando l’azione dei medici di Medicina generale e dei pediatri di libera scelta.»
La richiesta è stata avanzata questo pomeriggio dal presidente dell’Ordine dei fisioterapisti della Sardegna Centrale – Ofi, Gino Sedda, nel corso di un’audizione alla Commissione Sanità del Consiglio regionale.
«Il mutamento del quadro demografico, associato all’aumento esponenziale delle patologie cronico-degenerative, rende sempre più pressante la necessità di avviare nuove modalità per fornire strumenti e supporto alle condizioni legate alla perdita di autonomia – ha sottolineato Gino Sedda -. Da un censimento effettuato dall’Ofi, un terzo dei cittadini sardi non ha accesso alle cure fisioterapiche. Il problema riguarda soprattutto i piccoli centri o comunque i territori più decentrati: Le cause sono attribuibili alla distanza, alle carenze strutturali dei trasporti e della viabilità, allo scarso interesse da parte degli imprenditori del comparto sanitario ad investire in quei territori. Inoltre, in Sardegna abbiamo le complicazioni burocratiche e amministrative che allontanano il paziente dall’operatore sanitario. Così i cittadini sono costretti a lunghe attese, a doppie e triple consulenze, arrivando spesso alla valutazione e presa in carico da parte del fisioterapista soltanto dopo settimane o addirittura mesi. Uno spreco di tempo prezioso, in cui l’intervento del fisioterapista risulterebbe particolarmente efficace.»
Gino Sedda sottolinea «il clima di dialogo costruttivo e collaborazione reciproca con i consiglieri della Commissione, i quali hanno recepito le finalità delle nostre proposte: intercettare e ridurre il continuo ricorso all’assistenza ospedaliera per le complicanze post dimissione; valutare il bisogno e la presa in carico fisioterapica; organizzare e gestire l’intervento fisioterapico di prossimità in collaborazione con i medici di Medicina generale e le Case di comunità, laddove presenti. Occorre semplificare il percorso, che inizia con il bisogno del paziente di fare fisioterapia e si attua con l’erogazione della stessa da parte del fisioterapista. Per fare questo, bisogna modificare gli attuali modelli organizzativi. Come sappiamo, 314 Comuni sardi su 377 (vale a dire l’83%) hanno una popolazione al di sotto dei cinquemila abitanti, e questo aspetto – unito agli altri già elencati – aggrava le difficoltà di accesso ai servizi sanitari, e quindi anche alla fisioterapia. Coerentemente con le motivazioni e la relazione al disegno di legge regionale n.40, riteniamo fondamentale avvicinare alla persona l’erogazione delle prestazioni».
Il Servizio di fisioterapia delle cure primarie, secondo l’Ordine dei fisioterapisti della Sardegna Centrale, andrebbe gestito da ciascuna Asl nell’ambito dei Distretti sanitari di base. Il servizio andrebbe svolto dai fisioterapisti, siano essi dipendenti pubblici, dipendenti privati o liberi professionisti in rapporto di convenzione, in collaborazione con i medici di Medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali di tutte le specialità. Il fisioterapista prenderebbe in carico la richiesta di assistenza fisioterapica, elaborerebbe il programma di fisioterapia e praticherebbe l’attività terapeutica. «Le prestazioni fisioterapiche sono in grado di incidere direttamente sulla riduzione delle prestazioni diagnostiche e sulla riduzione di ricoveri impropri», ha sottolineato in conclusione il presidente Gino Sedda ai consiglieri della Commissione Sanità.
La presidente della commissione, Carla Fundoni, ha chiesto al rappresentante dell’Ofi di presentare al più presto un testo propositivo e integrativo su cui ragionare per la stesura del disegno di legge n. 40.