I consiglieri regionali del gruppo dei Progressisti hanno inviato una lettera aperta al commissario straordinario per l’emergenza generale Francesco Paolo Figliuolo, alla vigilia della visita in Sardegna.
Il testo integrale
Egregio Commissario,
in occasione della Sua visita nella nostra Isola in programma per domani con l’obiettivo di dare, come si legge nelle dichiarazioni sui media, nuovi input per la campagna di vaccinazione, e non essendo prevista alcuna possibilità di incontrarLa personalmente, vorremmo segnalarLe attraverso questa breve nota, nell’ottica di leale collaborazione con le Istituzioni, la grave situazione in cui si versa la campagna di vaccinazione anti Covid-19 nella nostra regione.
La Sardegna, durante questo drammatico frangente pandemico, che oramai da un anno ha messo a dura prova le sue energie individuali e collettive, è giunta allo stremo delle forze così come lo è la nostra sanità che ha pagato duramente anni di contenimento della spesa e di tagli al personale.
l gruppo del partito democratico manifesta inoltre tutta la sua preoccupazione insieme ad un profondo senso di partecipazione nei riguardi delle imprese sarde, in special modo quelle legate al comparto turistico, della ristorazione, della cultura e dello sport, nella consapevolezza che una più decisa ed efficace lotta al virus rappresenti l’unica vera soluzione alla loro crisi. Le altre misure, governative e regionali, possono infatti solo attenuare, e a volte davvero troppo poco, il problematico stato finanziario e gestionale delle attività economiche dell’Isola.
L’avvio del Piano strategico nazionale di vaccinazione e della campagna regionale ad esso riferita, hanno indotto anche nella popolazione sarda la speranza di vedere allontanarsi sia i rischi per la salute di tutti in generale , sia la ripresa della socialità e delle normali attività di lavoro, di impresa, di studio.
Questa grandissima attesa, non può essere tradita da una capacità di organizzazione inefficace, tentennante o opaca, ma al contrario impone un’adeguata ed efficiente gestione della campagna di vaccinazione, con una macchina che dispieghi le proprie forze in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, senza differenze significative ed ingiustificate tra territori.
Come Le è noto nella nostra regione la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 procede con estrema lentezza. A quattro mesi dall’avvio solo il 3,84% della popolazione sarda ha completato la vaccinazione e quest’ultima prosegue con gravi ritardi e incomprensibili disomogeneità, nonché disparità tra le categorie e tra i diversi distretti sociosanitari. Criticità che come forza di minoranza abbiamo segnalato reiteratamente con interrogazioni, interpellanze e mozioni in Consiglio regionale, in massima parte rimaste senza alcuna risposta, con l’obiettivo di suggerire e sollecitare a fare di più, meglio e più rapidamente, indicando, quando ci è stata data l’occasione, gli errori e suggerendo le modalità per correggerli.
In sintesi e per punti rimarchiamo i nodi della situazione:
Medici di Medicina Generale in servizio e ADI – Il mancato coinvolgimento dei medici e pediatri della medicina di base che a tutt’oggi non fanno parte del sistema di vaccinazione e non sono a conoscenza dei pazienti già vaccinati o da vaccinare, potrebbero invece fornire gli elenchi secondo le priorità e somministrare i vaccini a domicilio, anche attraverso il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata.
Medici e Infermieri in pensione come volontari – Esiste una platea di medici, pediatri e infermieri in pensione dichiaratisi disponibili, in maniera volontaria, a collaborare per la campagna vaccinale o per il tracciamento; altre regioni hanno impiegato questo personale con immediatezza al fine di favorire una più diffusa e capillare vaccinazione e raggiungere le persone più anziane e fragili.
Priorità d’accesso – Le categorie più a rischio, così come da indicazione del Piano Nazionale, i soggetti estremamente vulnerabili, gli anziani ultraottuagenari non completamente autosufficienti che vivono soli o in comunità distanti dai centri di vaccinazione territoriale, risultano, nei fatti, in secondo piano rispetto ad altre categorie quale il personale amministrativo dipendente dell’Assessorato Regionale alla Sanità. Solo il 6,84% degli ultraottantenni sardi è ad oggi vaccinato.
Accantonamento del 30% delle dosi consegnate – Su questo ci serve un punto di chiarezza, da mesi la vaccinazione è stato condizionato dalla raccomandazione precauzionale della precedente struttura commissariale di mantenere una riserva del 30% per garantire le seconde dosi. Raccomandazione che, inspiegabilmente, solo la Sardegna ha inteso in maniera del tutto prescrittiva attenendosene rigidamente. Scelta che ha evidentemente rallentato le vaccinazioni, e sulla quale siamo più volte intervenuti chiedendone inutilmente motivazione. Solo negli ultimi giorni, il presidente Solinas, ha comunicato la decisione di utilizzare la riserva del 30 % dei vaccini accantonati. Siamo consapevoli che l’evoluzione della campagna di vaccinazione dipenda sia dalle previsioni del piano di approvvigionamento vaccini, sia dalla capacità organizzativa messa in campo ma per noi sono importanti anche le regole stabilite e che devono essere valide per tutte le Regioni italiane.
Informazioni in tempo reale – Riteniamo opportuno come già avviene a livello nazionale e come in molte regioni la predisposizione di una dashboard che faccia chiarezza sui dati della campagna di vaccinazione in corso, suddivisi per categorie e territori, che renda chiaramente intellegibili e verificabili dai cittadini sardi il procedere della campagna vaccinale e il rispetto delle priorità stabilite per garantire la trasparenza e aumentare la fiducia nelle istituzioni.
Quanto fin qui molto sinteticamente segnalato, egregio Commissario, necessita di un cambio di passo.
Le diverse categorie considerate prioritarie, in particolare i soggetti deboli e i loro caregiver, i tanti, i troppi che in questo momento si sentono abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni, non possono non avere un chiaro orizzonte temporale entro il quale essere “tratti in salvo“ sulla scialuppa dei vaccini.
Che la Regione Sardegna risulti costantemente al penultimo e/o all’ultimo posto per le vaccinazioni eseguite fin qui è segno chiaro dell’urgenza di una attenzione maggiore e cioè della necessità che si facciano più stringenti non soltanto la collaborazione tra la Regione e la Struttura Commissariale Nazionale ma anche un esercizio di verifica e controllo da parte dello Stato perché la Sardegna e i sardi non meritano di stare all’ultimo posto.
Le auguriamo un buon lavoro ed una buona permanenza nella nostra accogliente terra.