«Esprimiamo forte preoccupazione per le disposizioni del governo italiano sulla possibilità di spostamento in Sardegna da parte di persone provenienti dalle zone rosse. Una preoccupazione accentuata dal fatto che l’ordinanza emessa da Solinas questa notte non indica chiaramente alcuna presa di posizione in merito agli arrivi, trascurando un argomento che sta infiammando l’opinione pubblica sarda. Pensiamo che un argomento così delicato vada affrontato con grande lucidità, senza cedere a isterie demagogiche.»
Lo rimarcano gli indipendentisti di Liberu che sottolineano: «Il Governo italiano sbaglia, a prescindere, nel permettere lo spostamento di persone dalle zone rosse verso le seconde case, ovunque situate ed a maggior ragione in zone bianche, perché alla base della lotta al virus c’è proprio il rallentamento o il blocco degli spostamenti delle persone, su cui il virus si veicola, e il raggiungimento di una seconda casa in vista della pasqua non è una ragione sufficiente per permettere spostamenti. Tuttavia da tempo in Sardegna, sotto rassicurazione del presidente della Regione e delle autorità sanitarie, è vigente un sistema sanitario di controllo di tutti i passeggeri che – a detta di Solinas – servirebbe a garantire il pieno ritorno alla normalità».
«Perciò i casi sono due – specificano gli attivisti -: o il sistema di controllo all’ingresso è perfettamente efficiente, e dunque non c’è alcun motivo di preoccuparsi per qualsiasi arrivo, perché se ci sono persone contagiose verranno certamente individuate e fermate, preservando la nostra sicurezza oppure il sistema di controllo non è efficiente, e allora il problema si pone sempre, nei confronti di chiunque e da ovunque arrivi, perché questo sistema lascerebbe filtrare persone contagiose.»
«A noi sembra – questo il punto di vista di Liberu – che la provenienza dalle zone rosse sia la foglia di fico, a tratti adatta anche per coprire facili razzismi, per non volere invece guardare in faccia la realtà, cioè la preoccupazione diffusa che il sistema di controllo sanitario nei porti e aeroporti non sia effettivamente all’altezza del pericolo. Perciò se non è all’altezza del pericolo la questione diventa preoccupante sempre, non solo in vista della pasqua, non solo per chi viene nella seconda casa e non solo nei confronti di chi viene dalle zone rosse. Perché un contagioso è contagioso, anche se viene in altro periodo, anche se arriva da una zona gialla e anche se si sposta per motivi di lavoro.»
«Per tutelare la condizione di salute pubblica e debellare definitivamente il Covid in Sardegna – concludono gli attivisti – è opportuno che il presidente Solinas rivendichi con forza la totale chiusura di porti e aeroporti nei confronti di qualunque passeggero, lasciando passare solo quelli con impegni improrogabili e sottoponendoli a massimo controllo e successiva quarantena di osservazione, almeno breve. Misure che dovrebbero essere messe in campo con la massima urgenza e restare vigenti fino a quando la maggior parte della popolazione residente in Sardegna non sarà vaccinata. Perciò bisognerebbe accelerare anche sul fronte vaccinazioni, visto che la Sardegna è ancora l’ultima tra le regioni dello Stato, e su questo non ci sono i vacanzieri a rallentarci.»
Antonio Caria