Per un paziente settantacinquenne affetto da angina pectoris la terapia farmacologica non aveva più nessun effetto. Ci ha pensato allora un intervento innovativo effettuato nella Struttura Semplice Dipartimentale dell’Ospedale San Martino di Oristano ad evitare problemi cardiaci più seri per l’anziano.
L’intervento. «Una terapia innovativa per il trattamento dell’angina nei pazienti in cui l’angioplastica coronarica non è più effettuabile – ha
spiegato Maria Letizia Stochino, cardiologa interventista dell’Emodinamica dell’ospedale oristanese, che ha effettuato la seconda procedura di impianto di Reducer, coadiuvata dai colleghi, il dottor Stefano Mameli, anche direttore dell’Emodinamica, da dottor Valerio Mureddu e da tutta l’equipe infermieristica – una terapia riservata a pazienti estremamente complessi, che continuano ad avere sintomi anginosi invalidanti anche dopo terapia farmacologica o dopo rivascolarizzazione.»
La dottoressa Maria Letizia Stochino ha aggiunto: «In questi pazienti interveniamo creando un restringimento nella vena principale del cuore mediante l’impianto di un apposito stent metallico, migliorando così la capacità di estrarre ossigeno dal sangue arterioso per nutrire il muscolo cardiaco».
L’intervento ha avuto un esito positivo. «Adesso attendiamo qualche mese per capire quale e di quanto sarà il miglioramento della sintomatologia del paziente.»
Emodinamica. Il dottor Stefano Mameli, direttore della Struttura Semplice Dipartimentale di Emodinamica ha precisato: «Anche questa procedura si inserisce nel programma di incremento ed innovazione dell’attività della nostra Struttura Dipartimentale, in collaborazione stretta con la Struttura Complessa di Cardiologia, diretta dal dottor Francesco Dettori. Con il costante supporto della direzione generale della Asl 5 prosegue così il programma di potenziamento qualitativo e quantitativo dell’assistenza ai pazienti cardiopatici per aumentare la capacità di rispondere alle esigenze sia del territorio oristanese che delle aree circostanti. Anche nel caso in questione si trattava infatti, come accade sempre più spesso, di un paziente proveniente da un’altra area geografica e da un’altra Asl, che ha scelto di affidarsi al centro di Oristano per il trattamento programmato della sua patologia».