«Chiediamo di inserire nel prossimo decreto legge una norma che preveda la depenalizzazione della responsabilità professionale dei medici, che in questo periodo di emergenza pandemica sono impegnati nell’assistenza e nella cura dei malati di Covid-19.»
E’ la proposta dell’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, medico legale, la quale sottolinea che «i medici si trovano a dover affrontare decisioni difficili, come evidenzia il documento diffuso dalla SIAARTI, la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, che avanza una serie di raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, privilegiando la ‘maggiore speranza di cura’».
«Gli operatori sanitari – aggiunge Luisa Regimenti – lavorano in una condizione di grave criticità strutturale, spesso in condizioni proibitive, anche per la mancanza di adeguati dispositivi di protezione personale e con nuove esigenze di definizione dei casi sospetti, come avviene per gli asintomatici. L’elevato numero di decessi tra i pazienti, ma anche tra gli stessi medici, crea allarme e preoccupazione e lo Stato italiano ha il dovere di tutelare il lavoro dei professionisti della sanità.»
L’eurodeputata leghista fa riferimento alla legge 24 del 2017, la Gelli-Bianco, che prevede “disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita e riguardo alla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” e spiega che «la nuova norma prevede una ipotesi di non punibilità del medico in presenza di specifici elementi. Una legge che sposta il baricentro inquisitorio di responsabilità per le professioni sanitarie, escludendola in caso di imperizia, ma non in caso di negligenza e imprudenza. Una legge che dovrebbe guidare l’operato del Servizio sanitario nazionale in questi giorni di crisi».
«Auspico, perciò – conclude Luisa Regimenti – che il Governo possa prendere in considerazione la possibilità di inserire nel prossimo provvedimento legislativo una norma che permetta ai medici, una volta conclusa questa drammatica emergenza, di evitare di ritrovarsi oggetto di cause di risarcimento per presunti episodi di malasanità legati all’epidemia di Covid-19.»