«Con una nuova circolare il ministero della Salute cambia strategia e mentre finora sconsigliava le autopsie e gli esami diagnostici sulle vittime di Covid-19, adesso, in questa seconda fase emergenziale, la Direzione generale della Prevenzione sanitaria specifica che è possibile svolgerle con l’applicazione rigorosa dei protocolli di sicurezza. Un dietrofront riduttivo, perché ora la fase acuta della pandemia è passata, e colpevolmente tardivo, visto che non aver dato la possibilità di eseguire gli esami post mortem sulle oltre 33mila vittime, che invece sono state cremate per evitare potenziali rischi infettivi, è stato un grave limite alla scienza e alla possibilità di conoscere più a fondo i meccanismi patogenetici del virus.»
Lo afferma l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, medico legale e presidente onorario della MeLCo, Società italiana di Medicina Legale Contemporanea, che aggiunge: «Ho chiesto al Parlamento europeo l’audizione di autorevoli medici legali che riferiranno in merito, per ribadire che gli accertamenti autoptici sono unanimemente riconosciuti di assoluta rilevanza nel fornire alla clinica elementi anatomo-patologici fondamentali per la ricerca medica».
Sulla vicenda Luisa Regimenti ha presentato anche un’interrogazione alla Commissione per incentivare la pratica dell’autopsia in tutti gli Stati membri e prevedere maggiori investimenti a garanzia della sicurezza dei medici legali.
«Servono ambienti sicuri – sottolinea l’europarlamentare leghista – sale anatomiche di biocontenimento dotate di adeguati sistemi di aerazione a pressione negativa.»
«Alcune statistiche nazionali di mortalità da Covid-19 includono le persone positive al Coronavirus, anche quelle decedute per complicazioni dovute a una condizione preesistente. Ciò rende impossibile capire se il virus sia stato realmente la principale causa della morte. Per questo – conclude Luisa Regimenti – il dietrofront del Governo sulle autopsie suona quasi come una beffa.»