Legacoop Coop sociali in piazza, assieme a Agci e Confcooperative per la Sanità. Le tre organizzazioni saranno in piazza il 22 in occasione della Mobilitazione promossa dalle organizzazioni sindacali.
«La situazione della sanità e dei servizi di welfare della Sardegna ha raggiunto punti di criticità mai raggiunti in precedenza – scrivono in un documento Andrea Pianu di Legacoop, Giovanni Angelo Loi di Agci solidarietà ed Antonello Pili di Confcooperative Federsolidarietà -. La cooperazione sociale, con i propri soci e operatori, è impegnata in prima fila nel sistema dei servizi che contribuiscono a dare, in ogni Comune della Sardegna, risposte concrete ai bisogni di salute e di assistenza delle persone.»
Il documento poi prosegue: «Da anni abbiamo sollecitato nei diversi contesti, istituzionali e non, un ripensamento e la riorganizzazione del sistema dei servizi di welfare, verso una reale e forte integrazione nella dimensione sociale e sanitaria, concepito in una logica di filiera coordinata e programmata rispetto ai diversi livelli di bisogno e di prossimità ai territori». Non solo. «La drammatica esperienza della pandemia da Covid non ha fatto che mettere in risalto l’urgenza di perseguire questo obiettivo. E di farlo con un forte coinvolgimento dei diversi attori, dalle istituzioni locali ai soggetti sociali del terzo settore, con pari dignità e opportunità – argomentano –. Ad oggi questo non è accaduto e anche gli spazi di confronto e approfondimento istituzionale precedentemente attivati, in particolare nella Consulta regionale sulle Politiche sociali, si sono progressivamente svuotati e da ormai un anno non svolgono nessun ruolo effettivo. In questo quadro servizi fondamentali per il benessere degli anziani, per gli studenti disabili, per le famiglie e le nuove generazioni, per la salute mentale si trovano in una situazione di incertezza, con norme di riferimento confuse, alcuni sempre più ridotti a logiche prestazionali finalizzate al semplice risparmio economico più che ad una presa in carico dei bisogni.»
Il documento prosegue: «Le opportunità che pure sono presenti nella programmazione europea 2021-2027 e nelle risorse assegnate alla nostra regione dal PNRR in ambito sociale e sanitario, senza una partecipazione informata dei diversi soggetti, rischiano di non centrare l’obiettivo di una riqualificazione e integrazione del sistema territoriale di cura e presa in carico dei bisogni dei cittadini».
Infine, alcuni esempi. «Case della salute e ospedali di comunità, assistenza domiciliare integrata, RSA e strutture residenziali per anziani, comunità per minori, servizi per la riabilitazione globale e per la salute mentale, centri per la famiglia e servizi educativi, politiche e servizi per l’inclusione sociale-lavorativa rappresentano, in maniera non esaustiva, alcuni pezzi di un complesso puzzle da ricomporre per dare un futuro di benessere alla nostra comunità regionale. In questa direzione vogliamo continuare ad impegnarci, anche in un momento nel quale alla cooperazione sociale sono state precluse misure minimamente adeguate di ristoro e di sostegno per fronteggiare l’incremento dei costi (in particolare per sicurezza ed energia) causati prima dal covid e oggi dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Una situazione che nell’indifferenza e nell’irresponsabilità di molti rischia di compromettere posti di lavoro e servizi fondamentali».