Se la Giunta regionale non mette da parte interessi personali e calcoli elettorali, nomine importanti e ospedali privati, sarà un funerale quello a cui assisteremo a brevissimo: quello della Sanità sarda. Non passa giorno che sui giornali non si leggano notizie allarmanti: da Tempio a Iglesias, passando per il Nuore.»
A scriverlo è, in un post su Facebook, la deputata sarda di Centro democratico, Mara Lapia, che aggiunge: «Non ho mai visto tanti sindaci, con tutti i problemi che hanno, che già si barcamenano tra criticità croniche e la mancanza atavica di fondi, doversi anche preoccupare della sanità che non è certo una competenza comunale. Possibile che debbano trascorrere le giornate a discutere coi vertici della Giunta regionale perché garantiscano la presenza degli anestesisti, o anche semplicemente del medico del paese? Dalla chiusura di interi reparti il cui servizio è fondamentale, come per esempio la Chirurgia del Cto di Iglesias o quella di Lanusei per arrivare ai piccoli paesi come Ussassai o i cinque del Barigadu: Nughedu, Ardauli, Sorradile, Bidonì e Neoneli senza medico di base, il paziente più grave è proprio la Sanità».
«Medici costretti a turni massacranti – denuncia ancora Mara Lapia -, che non posso andare in ferie perché se le chiedono non c’è nessuno che li sostituisca, e certo le malattie non vanno in vacanza, e loro non se la sentono di abbandonare i pazienti al loro destino. Poi non stupiamoci se chiedono il trasferimento. Una lista interminabile di ambulatori chiusi o che lavorano a singhiozzo, solo ieri la notizia del poliambulatorio di Nuraghe Ruggiu a Macomer, che vede messo a rischio il servizio di oncologia già dall’inizio del nuovo anno.»
«La Sanità sarda è agonizzante – conclude Mara Lapia -, si continuano a porre maldestri rimedi che sono pezze, tanto che l’Ats assomiglia sempre di più al vestito di Arlecchino. Le soluzioni ci sono, ma occorre sedersi a un tavolo, tutti gli enti interessati, e mettere in atto proposte concrete. Io da deputata sono pronta a mettere a disposizione le mie competenze maturate sul campo, in anni trascorsi a sentire professionisti, pazienti e associazioni, a studiare le leggi e credetemi, le soluzioni ci sarebbero e io sono pronta a proporle, ma non sono io che posso attuarle. È la Giunta regionale che può e deve farlo: metta da parte interessi personali e calcoli elettorali, nomine importanti e ospedali privati e si sieda a questo tavolo.»
Antonio Caria