«Ad un mese esatto dal mio primo intervento in aula, ho ribadito la richiesta di un’ispezione ministeriale sull’emergenza Blue tongue in Sardegna e oggi, di fronte alla manifesta incapacità di Regione e Ats di arginare l’epidemia, ho avuto rassicurazioni dal sottosegretario Andrea Costa: se le misure di prevenzione e controllo concordate con i vertici regionali non dovessero aver seguito il ministero della Salute invierà gli ispettori.»
Lo ha dichiarato la deputata e componente della commissione Affari sociali e sanità, Mara Lapia di Centro Democratico, che nel Question time di oggi, rivolgendosi al sottosegretario Costa, ha ripercorso le vicende che stanno mettendo in ginocchio il settore zootecnico dell’Isola e ha denunciato l’inerzia dei vertici
«Ad oggi – ha aggiunto Mara Lapia – , nonostante le rassicurazioni, non solo la malattia continua a diffondersi in maniera incontrollata, tanto da aver raggiunto anche il sud Sardegna, ma delle assunzioni dei veterinari e dei ristori annunciati al momento non si ha alcuna notizia. Senza quegli indennizzi, la Regione rischia di dare il colpo di grazia definitivo agli allevatori e alle aziende già duramente colpite dalla diffusione della Blue tongue.»
Mara Lapia, nella replica al sottosegretario Costa, che nel ribadire la costante attenzione del Ministero e la volontà di tenere un dialogo aperto non ha escluso l’invio degli ispettori ministeriali, ha sottolineato che, «Nonostante quanto riferito dai vertici regionali al Ministero sulla disponibilità di 2,5 milioni di euro, ad oggi non è stato stanziato neanche un centesimo».
La deputata ha inoltre ricordato come «nel 2015 grazie alla profilassi eseguita su oltre 3 milioni di ovini e su 100mila bovini, la copertura immunitaria si attestò attorno all’80 per cento. Allora ci furono zero focolai, zero morti tra gli animali, e zero diffusione del patogeno. Questi numeri dimostrano quanto la Regione e Ats Sardegna, con la sua tardiva azione di profilassi, abbia creato un danno enorme. Un danno che, colpa persino più grave, non viene ancora ristorato».
Antonio Caria