Il tema delle vaccinazioni anti-Covid ai soggetti in condizione di disabilità anche grave e dei loro caregiver è stato al centro dell’incontro che si è tenuto oggi tra l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e i rappresentanti delle famiglie dei bambini celebrolesi e degli affetti da sindrome di down, autismo e sindrome dell’X Fragile.
In Sardegna sono circa 44 mila le persone in condizione di disabilità grave o gravissima, beneficiari dei piani personalizzati della legge 162 e della misura Ritornare a casa.
«Abbiamo avviato la campagna di immunizzazione delle persone fragili e l’Ats sta procedendo con la programmazione dei vaccini ai pazienti in carico alle strutture, ma per i soggetti vulnerabili stiamo implementando ulteriori modalità d’accesso alla vaccinazione – dichiara l’assessore Mario Nieddu, che ha voluto così rassicurare i rappresentanti dei malati in merito al piano di vaccinazione -. Stiamo potenziando le forze in campo, da oggi i medici di famiglia saranno abilitati all’accesso al sistema dell’anagrafe vaccinale e potranno somministrare il siero a domicilio, una modalità su cui puntiamo in modo particolare per immunizzare i portatori di disabilità grave e gravissima.»
Un ulteriore passaggio avverrà con l’apertura a tutti i cittadini del portale regionale per l’adesione alla campagna in corso: «Stiamo ampliando progressivamente il novero delle categorie e abbiamo impresso un’accelerazione nelle ultime settimane. La piattaforma funziona, ci sta consentendo di programmare le vaccinazioni in corso e stiamo valutando un’ulteriore implementazione con il sistema delle Poste».
«Chi rientra nella categoria delle disabilità gravi – conclude l’assessore Mario Nieddu – può essere vaccinato solo con sieri Pfizer e Moderna, al momento disponibili in Sardegna in misura molto limitata. Auspichiamo che l’Isola possa avere presto le dosi necessarie per poter procedere in maniera spedita anche su questo importantissimo fronte della campagna. Fra tutti, i disabili hanno pagato un prezzo altissimo per colpa del virus e in questo senso la vaccinazione rappresenta un traguardo irrinunciabile. Il loro riconoscimento nella priorità più alta è stata una battaglia che abbiamo sempre sostenuto, anche quando la così detta ‘fase due’ della precedente programmazione nazionale ne aveva decretato lo slittamento.»