«Noi operatori sanitari siamo pochi e impreparati agli eventi che ci travolgono come un fiume in piena. Abbiamo 21 pazienti positivi al Covid all’Aou di Cagliari, che non sono certamente un numero imbarazzante come se ne contano in altri luoghi, ma sono sicuramente molti se si pensa alla disorganizzazione nella quale lavoriamo e, soprattutto, al fatto che potrebbero realisticamente aumentare.»
A denunciare la situazione dell’ Aou di Cagliari, sono i dirigenti del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche: Christian Cugusi Lucia Bito, Valentina Bello e Luca Casula.
«La prevenzione – aggiungono i sindacalisti del Nursind – che dovrebbe rappresentare la componente principale e importante della sanità è totalmente assente, e il comitato tecnico scientifico sardo inesistente, come lo è quello nazionale. La prevenzione all’interno dell’AOU di Cagliari latita da tempo e gli operatori sanitari risultano indiscutibilmente i lavoratori maggiormente esposti al rischio contagio. Eppure ai vertici della Azienda hanno avuto 8 mesi di tempo, per correre ai ripari, per prevenire gli eventi e attuare tutte le misure necessarie per accogliere gli eventuali pazienti positivi, qualora i presidi COVID si fossero saturati. E invece eccoci qui, a parlare del nulla.»
«In nome dell’emergenza Covid vengano ormai sistematicamente sacrificati i diritti dei lavoratori della sanità, prolungamento dell’orario di servizio, rinuncia alle ferie, al giorno di risposo per essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, e molto altro – rimarcano i sindacalisti del Nursind -. Sembrerebbe inoltre che parte del personale assegnato agli ambulatori, sia stato già allertato per turnare in corsia. Parliamo di lavoratori ormai prossimi alla pensione e ai 60 anni, che quasi certamente faranno in tutti modi ostruzionismo per vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto al meritato riposo dopo tanti anni di logorante servizio.»
«Mentre l’AOU è in piena tempesta – conclude il Nursind – giungono alla nostra attenzione le dichiarazioni sconcertanti del Presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Nieddu, che provano a rassicurare l’opinione pubblica affermando che la situazione è assolutamente sotto controllo, che non esiste alcuna criticità, e che si andrà avanti nella scelta di attivare l’ormai semi dismesso ospedale Binaghi, come presidio Covid, senza però fornire alcuna delucidazione riguardo il reperimento delle risorse umane che dovranno mantenere efficiente e operativo un altro presidio ospedaliero. La nostra Organizzazione Sindacale, non può che essere fortemente preoccupata per il dilagare della pandemia, tanto più se continuerà a essere gestita da questa classe politica che governa la Regione Sardegna e amministra le Aziende sanitarie pubbliche, con grave danno all’utenza e ai lavoratori della sanità. Pertanto, a sostegno di tutti i lavoratori e a tutela della sanità pubblica, non faremo mancare tutte le iniziative che riterremo più efficaci e opportune al conseguimento degli obiettivi prefissati.»