«In Sardegna la carenza di sangue è una realtà quotidiana. In estate poi questa carenza si amplifica. Da parte della giunta regionale non c’è stata fin qui alcuna campagna di sensibilizzazione alla donazione e non è stata risolta la mancanza di personale nei centri dedicati. E, ahinoi, non è stata data la giusta attenzione alle associazioni che in questi anni hanno fatto proposte e provato ad instaurare un rapporto. L’inattività di chi ci governa pesa sulla vita di migliaia di pazienti sardi.»
Lo dichiara la sindaca di Guasila, Paola Casula, che aggiunge: «Eppure qualcosa l’hanno fatta: una raccolta straordinaria di sangue promossa dall’assessore alla Sanità davanti al Consiglio regionale. Iniziativa lodevole se non fosse stata sporadica, senza una programmazione e, vista la mancanza di comunicazione, senza successo. Non è questo il modo di trattare un problema serio».
«Non appare esserci un vero interesse ad intervenire su ciò che non funziona. Questa giunta regionale si poggia su continui spot, su continue attività che nascono e muoiono nel giro di uno schiocco di dita. Servono azioni più concrete – conclude Paola Casula -. Serve una diretta collaborazione con le associazioni che si occupano di questo problema. Anche perché dietro la carenza di sangue c’è anche un peggioramento delle condizioni di vita, che coinvolgono non solo chi ne soffre ma anche famigliari e amici. Davanti a tutto questo non si può girare lo sguardo altrove.»
Antonio Caria