Anche gli indipendentisti di ProgRes – Progetu Repubrica entrano in campo nel dibattito sullo scorporo del Microcitemico dal Brotzu. Una vicenda che sta animando e non poco il dibattito politico regionale.
«Non possiamo che affiancarci alle proteste – spiegano gli attivisti – che in questi giorni si stanno levando in tutta l’Isola per un piano di riordino dell’assetto istituzionale della sanità sarda, dettato più dalla spartizione politica degli incarichi dirigenziali che da una visione che porti al centro del progetto la tutela della salute del popolo sardo.»
«Ci chiediamo – aggiungono da ProgRes – quale sia l’interesse nel depotenziare quello che in prospettiva, con politiche mirate e con gli adeguati investimenti poteva diventare un polo di eccellenza nella pediatria, che avrebbe consentito di garantire le giuste cure ai bambini sardi e, magari in futuro, divenire un polo d’eccellenza all’interno del bacino del mediterraneo, consentendo anche a chi viene da altri luoghi, di trovare aiuto, speranza ed assistenza in terra di Sardegna. La politica regionale a trazione sardo-leghista sembra che, invece, ci voglia sempre schiavi degli interessi italiani facendoci continuare ad emigrare anche per questioni sanitarie, perché il bene che strutture d’eccellenza nella penisola italiana rimangano per il popolo sardo le uniche possibilità di cura.»
«Il presidente Solinas e l’assessore Nieddu si decidano a dare risposta a tutti i sardi che stanno protestando per questa scelta ed abbiano il coraggio di spiegare le ragioni – concludono gli attivisti di ProgRes -, se mai ce ne fossero, che hanno portato a tali scelte. Sarebbe sicuramente auspicabile un passo indietro ma troppi interessi di bottega si contrappongono a quella che dovrebbe essere una politica di gestione della sanità che pensi esclusivamente alla salute ed al benessere del popolo sardo.»
Antonio Caria