Nessun piano e nessuna prospettiva, al di là dello scorporo del Microcitemico e dell’Oncologico dall’Azienda Brotzu proposto dalla Giunta e approvato dalla maggioranza in Consiglio regionale, sul futuro delle strutture. E nessuna risposta alle sollecitazioni che da più parti arrivano alla Regione.
Lo sostengono i consiglieri Progressisti del Consiglio regionale che, in una nota, scrivono di condividere «le preoccupazione degli operatori, dei pazienti e dei genitori che anche questa mattina si sono presentati sotto il Consiglio regionale. Avevamo chiesto espressamente all’assessore di fornirci, prima dell’approvazione della legge, il quadro esatto delle ripercussioni dello scorporo sulle strutture sanitarie. In particolare sull’ipotesi di trasferimento dei reparti, sui dipartimenti, sul personale e sull’erogazione di prestazioni sanitarie che finirebbero per stravolgere il lavoro di una struttura d’eccellenza al servizio di tutta la Sardegna anche per la cura delle malattie rare».
Secondo i Progressisti, preoccupa in particolare la situazione di Pediatria «le cui strutture principali rischiano di essere gestite da aziende diverse, a compartimenti stagni e senza unità d’intenti. L’assessore Mario Nieddu non rispose, né allora né mai. La maggioranza votó un testo alla cieca e, a distanza di un mese, ancora non è nemmeno iniziata la riflessione attorno a questi aspetti che andranno a incidere pesantemente sulla vita e sui percorsi di migliaia di persone»
Il rischio principale, per i piccoli pazienti, è la ripresa o l’aumento dei viaggi della speranza verso strutture al di fuori dell’Isola con difficoltà evidenti per loro e per le famiglie: «Sarebbe un ritorno al passato –concludono i Progressisti – anche per le altissime professionalità che operano in quelle strutture. La speranza è che la Regione, per cui quando si parla di sanità è sempre tutto sotto controllo, non si accorga di questo una volta perso il patrimonio che questi ospedali rappresentano».