È critica la posizione del Partito Democratico Sardegna nei confronti della nuova riforma sanitaria approvata ieri dal Consiglio regionale.
Per il segretario Emanuele Cani «il centrodestra ha brindato per l’approvazione della cosiddetta Riforma sanitaria. Peccato però che a quanto annunciato non corrispondano poi azioni concrete. Apprendiamo che si passerà alle otto Asl, un ritorno al passato che però avrà ripercussioni sulla distribuzione delle risorse e quindi dei servizi sanitari nell’ambito territoriale regionale».
«Ad oggi – denuncia ancora Emanuele Cani – mancano tutti gli elementi necessari per far diventare l’atto approvato dal Consiglio regionale, riforma. Le liste d’attesa per le visite specialistiche sono lunghe, nelle strutture periferiche i servizi vanno a rilento. Il gioco dello scaricabarile oggi, a un anno e mezzo dall’insediamento del governo regionale di centrodestra, non va più bene. Più che alla propaganda chi governa dovrebbe pensare a risolvere i problemi delle persone e assicurarsi il funzionamento del sistema sanitario. Adesso ci aspettiamo di vedere la lottizzazione degli incarichi con le nomine che riguarderanno tutti gli ambiti di questo settore. Non vorremmo che proprio queste nomine distraessero chi governa dal vero obiettivo che è quello del bene comune.»
Sulla stessa linea il consigliere regionale, Gianfranco Ganau: «Il centro-destra ha approvato ieri una pessima legge di riforma sanitaria che riguarda principalmente gli aspetti gestionali del sistema, con un mantenimento di funzioni accentrate (acquisti, personale) in una azienda regionale (ARES) ed un ritorno a 8 Asl territoriali. Un intervento che paralizzerà, in un momento di grave emergenza determinata dalla pandemia Covid-19, in un regime commissariale il sistema sanitario, per almeno un anno e che a regime comporterà un incremento delle aziende sanitarie da 6 a 14 ed un aumento di ben 48 figure apicali con un aumento dei costi stimato in oltre 3 milioni di euro. Una riforma che risponde solo a logiche di spartizione di potere della maggioranza e che non interviene minimamente sulle criticità dell’organizzazione territoriale e su quelle drammaticamente evidenti nel sistema ospedaliero».
«Con un emendamento d’aula – conclude Gianfranco Ganau – sono intervenuti sulla rete ospedaliera, tra l’altro, incorporando l’ospedale Marino di Alghero all’Azienda universitaria di Sassari, di fatto togliendo ogni possibilità al presidio di Alghero di aspirare ad essere riconosciuto ospedale regionale di primo livello in piena autonomia e declassificando il reparto di Ortopedia da struttura complessa a struttura semplice, privandolo dell’autonomia funzionale di cui ha goduto sinora. Tra l’altro non chiarendo la destinazione degli altri reparti Oculistica, Diabetologia, Dermatologia, etc. facenti parte del presidio incorporato. Per concludere in bellezza la seduta, hanno bocciato un ordine del giorno che chiedeva impegni sul potenziamento della cardiochirurgia di Sassari. Insomma una giornata che purtroppo dovrà essere ricordata con toni tutt’altro che trionfalistici.»
Per il segretario Emanuele Cani «il centrodestra ha brindato per l’approvazione della cosiddetta Riforma sanitaria. Peccato però che a quanto annunciato non corrispondano poi azioni concrete. Apprendiamo che si passerà alle otto Asl, un ritorno al passato che però avrà ripercussioni sulla distribuzione delle risorse e quindi dei servizi sanitari nell’ambito territoriale regionale».
«Ad oggi – denuncia ancora Emanuele Cani – mancano tutti gli elementi necessari per far diventare l’atto approvato dal Consiglio regionale, riforma. Le liste d’attesa per le visite specialistiche sono lunghe, nelle strutture periferiche i servizi vanno a rilento. Il gioco dello scaricabarile oggi, a un anno e mezzo dall’insediamento del governo regionale di centrodestra, non va più bene. Più che alla propaganda chi governa dovrebbe pensare a risolvere i problemi delle persone e assicurarsi il funzionamento del sistema sanitario. Adesso ci aspettiamo di vedere la lottizzazione degli incarichi con le nomine che riguarderanno tutti gli ambiti di questo settore. Non vorremmo che proprio queste nomine distraessero chi governa dal vero obiettivo che è quello del bene comune.»
Sulla stessa linea il consigliere regionale, Gianfranco Ganau: «Il centro-destra ha approvato ieri una pessima legge di riforma sanitaria che riguarda principalmente gli aspetti gestionali del sistema, con un mantenimento di funzioni accentrate (acquisti, personale) in una azienda regionale (ARES) ed un ritorno a 8 Asl territoriali. Un intervento che paralizzerà, in un momento di grave emergenza determinata dalla pandemia Covid-19, in un regime commissariale il sistema sanitario, per almeno un anno e che a regime comporterà un incremento delle aziende sanitarie da 6 a 14 ed un aumento di ben 48 figure apicali con un aumento dei costi stimato in oltre 3 milioni di euro. Una riforma che risponde solo a logiche di spartizione di potere della maggioranza e che non interviene minimamente sulle criticità dell’organizzazione territoriale e su quelle drammaticamente evidenti nel sistema ospedaliero».
«Con un emendamento d’aula – conclude Gianfranco Ganau – sono intervenuti sulla rete ospedaliera, tra l’altro, incorporando l’ospedale Marino di Alghero all’Azienda universitaria di Sassari, di fatto togliendo ogni possibilità al presidio di Alghero di aspirare ad essere riconosciuto ospedale regionale di primo livello in piena autonomia e declassificando il reparto di Ortopedia da struttura complessa a struttura semplice, privandolo dell’autonomia funzionale di cui ha goduto sinora. Tra l’altro non chiarendo la destinazione degli altri reparti Oculistica, Diabetologia, Dermatologia, etc. facenti parte del presidio incorporato. Per concludere in bellezza la seduta, hanno bocciato un ordine del giorno che chiedeva impegni sul potenziamento della cardiochirurgia di Sassari. Insomma una giornata che purtroppo dovrà essere ricordata con toni tutt’altro che trionfalistici.»
Antonio Caria