Riparte in Sardegna la neurochirurgia con tecnica VNS sui pazienti affetti da epilessia farmacoresistente. L’attività programmata, sostenuta dalla Giunta regionale che a febbraio del 2020 aveva individuato in via sperimentale la Struttura Complessa di Neurochirurgia dell’ARNAS G. Brotzu come centro di riferimento dell’Isola per questo tipo di intervento, era stata sospesa in seguito all’emergenza Covid.
L’epilessia farmaco resistente è una condizione rara che può essere trattata chirurgicamente con l’impianto di un dispositivo in grado di generare stimoli elettrici sul nervo Vago (da qui il nome della tecnica utilizzata per il trattamento, VNS, Vague Nerve Stimulation).
In Sardegna, in linea con il quadro epidemiologico nazionale, l’epilessia ha un’incidenza che si aggira tra i 30 ed i 50 nuovi casi per 100mila abitanti, tra questi circa il 30% sono soggetti in cui la patologia è farmaco resistente. L’intervento attraverso l’impianto e l’elettrostimolazione è particolarmente indicato sui pazienti in età giovanile, dai vent’anni in giù fino ai neonati.
Sul territorio regionale i pazienti vengono presi in carico e valutati per il trattamento chirurgico In una logica di rete, che mette insieme le neurologie e le neuropsichiatrie dell’Isola e in cui la Struttura di Neurologia del Policlinico dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari rappresenta uno snodo importante grazie alla collaborazione diretta con il Brotzu per la cura delle forme di epilessia farmaco resistenti. Un’attività che oggi trova in Giovanni Pinna (neurochirurgo dell’Arnas G. Brotzu) e Monica Puligheddu (neurologa dell’Aou Cagliari) i suoi punti di riferimento.
In Italia sono meno di una decina i centri che svolgono questo tipo di intervento.
«La ripresa dell’attività programmata è indubbiamente un segnale positivo. Il Centro specialistico di Cagliari rappresenta un’eccellenza che opera in sinergia con l’intero sistema sanitario della Sardegna. Grazie a questo trattamento, non solo garantiamo le cure e l’assistenza ai pazienti sardi nell’Isola, ponendo un freno ai costi e ai disagi della mobilità passiva, ma abbiamo anche la possibilità di accogliere casi provenienti da altre regioni», ha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.