«Al pronto soccorso dell’ospedale di Tempio, durante il turno notturno, i medici cosiddetti “in affitto”, recentemente reclutati da Ares, possono trattare soltanto pazienti ai quali sono stati assegnati codici bianchi o verdi. Tutti gli altri casi, quelli con codici gialli o rossi, vengono dirottati al pronto soccorso dell’ospedale di Olbia. Tirando le somme, il pronto soccorso di Tempio non risulta chiuso, ma di fatto si tratta di un’apertura a metà, che non consente di decongestionare minimamente le attività del pronto soccorso di Olbia, dove medici e infermieri devono farsi carico quotidianamente di una media di 180 accessi. I medici in affitto assunti tramite contratti con le agenzie interinali coprono soltanto turni notturni, dalle 20 alle 8, e vengono pagati dai 600 ai 1000 euro a turno.»
Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Roberto Li Gioi.
«Cifre considerevoli che dovrebbero servire a garantire la totale efficienza di un servizio essenziale per il territorio – aggiunge -. Purtroppo, però, non si è tenuto in considerazione che generalmente la gran parte dei casi che si presentano al pronto soccorso la notte sono gravi e urgenti, e quindi non possono essere trattati a Tempio ma devono essere obbligatoriamente presi in carico a Olbia. I medici in affitto, dei quali non mettiamo in dubbio l’utilità, restano una soluzione tampone che non è in grado di risolvere le criticità degli ospedali galluresi, diventati negli anni sempre più simili a scatole vuote.»
«Ieri – conclude Roberto Li Gioi -. Al Pronto soccorso di Olbia ben 27 pazienti sostavano su altrettante barelle in attesa di ricovero. I posti letto nel reparto di Medicina, infatti, sono stati ulteriormente ridotti a causa della carenza di infermieri. Con rammarico e dispiacere constatiamo che le azioni messe in campo dall’Assessorato alla Sanità non hanno contribuito a rendere più agevole il lavoro in ospedale tanto meno a migliorare la qualità dell’assistenza prestata agli utenti.»
Antonio Caria