«Anche in Sardegna, come nelle altre regioni d’Italia, nell’ultima settimana i medici hanno notato un aumento dei pazienti che si sono recati in ambulatorio per sottoporsi a visite mediche lamentando sintomi di vario tipo. Questo è un chiaro effetto dell’allentamento del lockdown: i cittadini hanno acquisito più fiducia, temono meno il contagio e stanno iniziando a spostarsi più frequentemente. Ma cosa accadrà da lunedì prossimo quando con molta probabilità le file di pazienti di fronte agli ambulatori medici si allungheranno a dismisura? È evidente l’alto rischio di assembramento a cui si andrà incontro.»
A chiederlo è il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi.
«La Regione non ha ancora dettato direttive certe su quelle che saranno le misure di sicurezza da adottare. Inoltre i medici di base non sono mai stati sottoposti al tampone durante tutto il periodo dell’emergenza e quindi non si ha certezza sulla loro non positività al Coronavirus. I dubbi sono tanti e il tempo a disposizione limitato – aggiunge Roberto Li Gioi -. Perciò mi rivolgo al presidente Christian Solinas affinché prima del 4 maggio comunichi ai medici della Sardegna le linee guida alle quali attenersi per poter operare in totale sicurezza e affinché provveda immediatamente a garantire ai medici l’effettuazione del tampone. La Regione deve inoltre dare indicazioni certe ai medici circa l’organizzazione degli spazi interni ed esterni agli ambulatori per garantire il rispetto delle distanze tra i pazienti ed evitare assembramenti.»
Roberto Li Gioi, a pochi giorni dalla “Fase 2″, chiede al Governatore di attivarsi affinché gli sforzi dei sardi non vengano vanificati da eventuali comportamenti sconvenienti dettati dall’incertezza normativa.
«Fino a quando non ci sarà un vaccino per il Coronavirus – conclude Roberto Li Gioi – dobbiamo convivere con il distanziamento sociale. È necessario, pertanto, che l’assessorato regionale della Sanità inizi a pensare già da oggi alla riorganizzazione delle modalità con cui dovranno essere garantite le visite ambulatoriali. Sono diverse le soluzioni possibili prospettate, come le visite per appuntamento o le aperture a scaglioni. In ogni caso, qualsiasi soluzione venga ritenuta più consona questa deve essere adottata con urgenza per il bene di medici e pazienti.»