«Sono tanti, troppi i servizi che ci sono stati tolti. Il più importante è sicuramente l’oncologia, in particolare, il servizio di terapie antiblastiche infusionali. E questa è la più grave offesa che il nostro territorio ha subito. Sono venuta a conoscenza di persone che già stremate dalla malattia, hanno preferito lasciarsi morire piuttosto che viaggiare per sottoporsi alla chemioterapia in altre strutture troppo lontane e percorrere anche centinaia di chilometri.»
A dichiararlo è stata la deputata sarda di Centro Democratico, Mara Lapia, che aggiunge: «In un primo momento il servizio era stato sospeso per la mancanza dell’anestesista, motivazione da me dimostrata non valida, visto che a Macomer il servizio è rimasto attivo, eppure nemmeno lì c’era l’anestesista, a parte il fatto che la legge prevede l’infusione anche a domicilio, dove ovviamente l’anestesista non può essere presente. Successivamente si è motivata la chiusura con l’inadeguatezza dei locali, ma anche questa motivazione si è rivelata infondata, fu il sottosegretario della Salute Bartolazzi, anatomo patologo oncologo di fama internazionale da me condotto qui al poliambulatorio ad affermare che era tutto in regola e a complimentarsi, e disse che il servizio non sarebbe mai dovuto essere sospeso».
«Ci sono volute due interrogazioni parlamentari – spiega ancora Mara Lapia – per ottenere il parere favorevole alla riapertura da parte del ministero della Salute, eppure il servizio non è stato ripristinato, anzi per essere sicuri di non riattivarlo gli spazi sono stati utilizzati come magazzini.»
«Siniscola è il secondo centro più importante della provincia di Nuoro dopo il capoluogo e non abbiamo nemmeno la possibilità di sottoporci allo screening tumorale della mammella, perché non c’è un mammografo. Non c’è un ginecologo convenzionato e chi non si può permettere di pagare una visita ginecologica, per esempio, rinuncia alla prevenzione. Un’altra vergogna inaccettabile: i piani terapeutici per i malati cronici. I medici presenti sul territorio – aggiunge Mara Lapia – non possono predisporli e nemmeno a Nuoro per cui vengono da Cagliari i medici che privatamente, per la loro prestazione chiedono cifre che arrivano fino qualche centinaio di euro e oltre al danno anche la beffa, perché i pazienti devono andare a Cagliari al policlinico Duilio Casula e ritirare i farmaci, in quanto le farmacie di Nuoro e Siniscola non possono fornirli.»
«Ancora – conclude Mara Lapia -, non esiste più il Serd, dove vanno i nostri pazienti affetti da dipendenza come i tossico dipendenti? I pazienti psichiatrici? E qualcuno si è mai posto il problema dei bambini più piccoli ai quali è stato levato il servizio di vaccinazione obbligatoria? Sono dovuta intervenire io per far riaprire questo servizio, ma che ancora oggi viaggia a singhiozzo. Per questo la protesta deve continuare costante finché non si vedranno i primi risultati.»
A dichiararlo è stata la deputata sarda di Centro Democratico, Mara Lapia, che aggiunge: «In un primo momento il servizio era stato sospeso per la mancanza dell’anestesista, motivazione da me dimostrata non valida, visto che a Macomer il servizio è rimasto attivo, eppure nemmeno lì c’era l’anestesista, a parte il fatto che la legge prevede l’infusione anche a domicilio, dove ovviamente l’anestesista non può essere presente. Successivamente si è motivata la chiusura con l’inadeguatezza dei locali, ma anche questa motivazione si è rivelata infondata, fu il sottosegretario della Salute Bartolazzi, anatomo patologo oncologo di fama internazionale da me condotto qui al poliambulatorio ad affermare che era tutto in regola e a complimentarsi, e disse che il servizio non sarebbe mai dovuto essere sospeso».
«Ci sono volute due interrogazioni parlamentari – spiega ancora Mara Lapia – per ottenere il parere favorevole alla riapertura da parte del ministero della Salute, eppure il servizio non è stato ripristinato, anzi per essere sicuri di non riattivarlo gli spazi sono stati utilizzati come magazzini.»
«Siniscola è il secondo centro più importante della provincia di Nuoro dopo il capoluogo e non abbiamo nemmeno la possibilità di sottoporci allo screening tumorale della mammella, perché non c’è un mammografo. Non c’è un ginecologo convenzionato e chi non si può permettere di pagare una visita ginecologica, per esempio, rinuncia alla prevenzione. Un’altra vergogna inaccettabile: i piani terapeutici per i malati cronici. I medici presenti sul territorio – aggiunge Mara Lapia – non possono predisporli e nemmeno a Nuoro per cui vengono da Cagliari i medici che privatamente, per la loro prestazione chiedono cifre che arrivano fino qualche centinaio di euro e oltre al danno anche la beffa, perché i pazienti devono andare a Cagliari al policlinico Duilio Casula e ritirare i farmaci, in quanto le farmacie di Nuoro e Siniscola non possono fornirli.»
«Ancora – conclude Mara Lapia -, non esiste più il Serd, dove vanno i nostri pazienti affetti da dipendenza come i tossico dipendenti? I pazienti psichiatrici? E qualcuno si è mai posto il problema dei bambini più piccoli ai quali è stato levato il servizio di vaccinazione obbligatoria? Sono dovuta intervenire io per far riaprire questo servizio, ma che ancora oggi viaggia a singhiozzo. Per questo la protesta deve continuare costante finché non si vedranno i primi risultati.»
Antonio Caria