«Avrei potuto utilizzare, insieme ai colleghi consiglieri di minoranza, le prerogative che il regolamento consiliare ci offre per poter mettere all’ordine del giorno l’ennesima mozione sulla sanità algherese che si concluderebbe – fra qualche mese – con una risoluzione anche unitaria, come al solito disattesa da Regione e Aziende sanitarie. Credo, però, almeno su questa materia, dobbiamo uscire dalle logiche maggioranza-minoranza e poter intervenire unitariamente e con forza risolutiva su queste tematiche che riguardano le persone più fragili e la difesa di un territorio che vediamo sempre più abbandonato.»
Lo scrive al sindaco Mario Conoci e al presidente del Consiglio comunale, Raffaele Salvatore, il consigliere comunale ed ex sindaco di Alghero, Mario Bruno.
«Le ultime proposte di atti aziendali da parte di Aou e Asl su Alghero sembrano una presa in giro e prima che arrivino in Regione è opportuno siano discusse in Consiglio comunale per avere un quadro esatto del progetto sanità ad Alghero: reale, concreto, non un libro dei sogni, non in contrasto con la normativa sovraordinata, senza doppioni, senza moltiplicazione di strutture complesse fuori da ogni logica. Dobbiamo arrivare ad un progetto sanitario condiviso e difeso da tutto il territorio, senza distinzione di colori politici, ma con possibilità concrete di attuazione – ha aggiunto Mario Bruno -. Anche in seno al Consiglio regionale e alle forze politiche cittadine avanza l’ipotesi di riportare l’Ospedale Marino in capo alla Asl, visto il fallimento della scelta di trasferire all’AOU il “Regina Margherita” e vista l’inosservanza della legge per quanto riguarda la mancata convenzione tra la Regione e l’Università e il mancato decollo dell’ospedale di primo livello, per non parlare del nuovo ospedale, sparito dall’agenda del presidente della Regione.»
«Ecco, perché serve un momento vero di confronto tra i componenti dell’assemblea civica cittadina per poi manifestare il progetto della città in rapporto con le istituzioni sarde che hanno l’obbligo di assicurare anche la salute di questo territorio – conclude Mario Bruno -. Non facciamoci, ancora una volta, dettare l’indirizzo dall’esterno della città. Coinvolgiamo i cittadini, le associazioni, i sindacati, le forze politiche e sociali. Svegliamoci tutti, perché il tempo è scaduto.»
Antonio Caria