Anche la Lega, per bocca del consigliere regionale Ignazio Manca, del coordinatore provinciale Angelo Lorenzoni, della coordinatrice di Sassari, Marina Puddinu, e del consigliere comunale, Francesco Ginesu, prende posizione sulla situazione della sanità sassarese.
«Le strutture sanitarie di Sassari – questo il loro pensiero – da anni già pesantemente indebolite e ridimensionate da ripetuti tagli su strutture e personale, si trovano ora ad affrontare un carico di lavoro senza precedenti per una pandemia che proprio nel territorio del Nord Sardegna registra un numero di contagi maggiore rispetto al resto dell’Isola. Di conseguenza, si rende ora opportuno agire con tempestività secondo le seguenti linee di intervento, molte delle quali suggerite anche da esponenti sindacali del Fsi.»
«Garantire – proseguono – percorsi “diversicati” per tutelare pazienti cronici e operatori sanitari; garantire che tutta la filiera sanitaria anticovid venga concentrata in un’unica struttura, onde evitare contaminazioni le altre strutture ospedaliere; garantire che vengano salvaguardate le specialità originarie di reparti come geriatria, neurologia, pneumologia, clinica medica, in questi mesi invece convertiti in reparti Covid; garantire che, agli operatori sanitari esposti a rischi di contagio maggiori, il tampone molecolare sia assicurato in modo costante.»
Inoltre, «garantire che gli operatori sanitari siano quotidianamente provvisti dei Dpi, garantire che i Covid Hotel, strutture che ospitano persone in quarantena fiduciaria, vengano localizzati quanto più possibile nelle immediate vicinanze dei presidi ospedalieri» e «potenziare l’utilizzo dei test rapidi a tappeto (eventualmente con la collaborazione dell’Esercito)».
Antonio Caria