In base ai dati trasmessi dall’Ats al Comune e alle verifiche dell’Amministrazione comunale, ad oggi, a Sennori, ci sono tre persone positive al Sars-Cov-2 e tre in isolamento fiduciario. Le persone positive al virus stanno bene, sono asintomatiche e stanno trascorrendo la quarantena nelle loro abitazioni, così come le tre che si trovano in isolamento volontario in quanto venute a contatto con persone sospettate di avere contratto il Covid-19.
Ritorno alla normalità per le attività del Comune e del sindaco, che nell’ultima settimana aveva scelto l’isolamento fiduciario dopo essere stato a contatto con sospetti casi di Coronavirus, e aveva continuato comunque a lavorare da casa. Ieri sera l’Ats ha comunicato che i tamponi eseguiti su dipendenti e amministratori comunali, hanno dato tutti esito negativo. Nei giorni scorsi tutto il personale che lavora in Comune, compresi gli amministratori, si erano sottoposti ai test sierologici, che avevano dato risultati dubbi, con molti postivi.
«La situazione non era chiara e abbiamo chiesto all’Ats di effettuare i tamponi su tutti, sia dipendenti, sia amministratori», spiega il sindaco, Nicola Sassu. Martedì gli operatori dell’Ats hanno effettuato i tamponi direttamente a Sennori e ieri sera sono arrivati i risultati, tutti negativi. Il sindaco ha quindi terminato il suo periodo di isolamento volontario e da questa mattina ha ripreso a lavorare in Municipio.
«Ringraziamo l’Ats per la disponibilità e collaborazione grazie alla quale possiamo ora lavorare con più serenità – commenta Nicola Sassu -. Ma non bisogna abbassare la guardia. Il virus continua a circolare e il rischio contagi resta alto, per tutti. Per questo invito i cittadini a indossare la mascherina e rispettare tutte le norme di comportamento per limitare la diffusione del virus: mantenere le distanze, evitare di creare assembramenti, ed attenersi quindi a tutte le regole indicate dal Governo e dall’amministrazione comunale. Se tutti agiamo con coscienza riusciremo a tenere sotto controllo la situazione, così come abbiamo già fatto durante la prima ondata della pandemia.»