Un secondo caso di malaria è stato individuato dagli specialisti dell’Aou di Sassari. La diagnosi è arrivata per un paziente originario del centro Africa.
«È una malattia endemica nei Paesi sub-sahariani – ha detto Egidio Ricciardi, dirigente medico della Medicina interna – e spesso chi sopravvive, rimanendo esposto quotidianamente alla puntura della zanzara anofele che trasmette il plasmodio, sviluppa una parziale immunità. Questa si perde quando l’individuo soggiorna per un lungo periodo in un paese a malaria free. Diventa così soggetto a contrarre la malattia una volta che rientra nel suo paese d’origine.»
E questo è quanto sarebbe avvenuto al paziente ricoverato in questi giorni nel reparto al primo piano del Santissima Annunziata.
Il paziente, raccontano dall’Aou di Sassari, ha manifestato i primi sintomi una volta ritornato a Sassari: febbre molto alta, dolori addominali, forte nausea, vomito e diarrea. Dopo una serie di esami approfonditi, i medici hanno così diagnosticato la malattia.
«In questo momento il paziente resta ricoverato ed è sottoposto a una terapia che – ha sottolineato ancora Egidio Ricciardi – è stata concordata con i colleghi della Clinica di Malattie infettive. Rispetto al passato, sono presenti dei ceppi di plasmodio resistenti, per questo le terapie sono composte da un cocktail di farmaci in grado di sconfiggere l’infezione.»
«È una malattia endemica nei Paesi sub-sahariani – ha detto Egidio Ricciardi, dirigente medico della Medicina interna – e spesso chi sopravvive, rimanendo esposto quotidianamente alla puntura della zanzara anofele che trasmette il plasmodio, sviluppa una parziale immunità. Questa si perde quando l’individuo soggiorna per un lungo periodo in un paese a malaria free. Diventa così soggetto a contrarre la malattia una volta che rientra nel suo paese d’origine.»
E questo è quanto sarebbe avvenuto al paziente ricoverato in questi giorni nel reparto al primo piano del Santissima Annunziata.
Il paziente, raccontano dall’Aou di Sassari, ha manifestato i primi sintomi una volta ritornato a Sassari: febbre molto alta, dolori addominali, forte nausea, vomito e diarrea. Dopo una serie di esami approfonditi, i medici hanno così diagnosticato la malattia.
«In questo momento il paziente resta ricoverato ed è sottoposto a una terapia che – ha sottolineato ancora Egidio Ricciardi – è stata concordata con i colleghi della Clinica di Malattie infettive. Rispetto al passato, sono presenti dei ceppi di plasmodio resistenti, per questo le terapie sono composte da un cocktail di farmaci in grado di sconfiggere l’infezione.»
Antonio Caria