A partire dal primo giugno, molti cittadini di Silanus resteranno senza medico di medicina generale. La dottoressa Laura Foddai, purtroppo, sarà costretta a lasciare privi di assistenza i suoi numerosi pazienti per poter frequentare il corso triennale di “Formazione specifica in medicina generale”. Per questo motivo il sindaco, Gian Pietro Arca, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza,
«Mi permetto di scriverLe – si legge nella missiva – in qualità di sindaco di Silanus, piccolo comune di poco più di duemila abitanti sito nella Sardegna centrale in provincia di Nuoro, al fine di richiamare la Sua cortese attenzione sul grave problema della carenza di medici che, congiuntamente al noto e ormai cristallizzato malfunzionamento del servizio sanitario, che ormai da molti anni caratterizza negativamente la nostra Isola e, in particolare, il territorio del nuorese, concorre in maniera sostanziale a ledere il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di coloro che appartengono alle fasce deboli.»
«Non riesco a capire – prosegue ancora Gian Pietro Arca – il motivo per il quale si esige che un medico, dopo che da lungo tempo, come nel caso de quo, pratica in maniera ineccepibile e in totale autonomia una specifica attività, dimostrando, quindi, di avere acquisito la professionalità e i requisiti richiesti direttamente sul campo, debba lasciare privi di assistenza i suoi pazienti per poter conseguire una specializzazione senza la quale non potrebbe continuare a esercitare la professione che, di fatto, già svolge.»
«La invito a venire da noi per verificare di persona quello che è lo stato della sanità nel nuorese e della Sardegna in generale – conclude il primo cittadino -. La invito a venire da noi per incontrare le tante persone che non riescono a curarsi come dovrebbero o che, cosa ancor più grave, rinunciano a farlo perché si arrendono ad un apparato inefficiente, estremamente burocratizzato, farraginoso, che non è in grado di assisterli a dovere. La invito a venire da noi per parlare con i molti medici, che con tanto sacrificio e spirito di servizio, sono costretti a soggiacere a turni di lavoro stenuanti per poter mantenere aperti reparti ospedalieri o ambulatori.»
«Mi permetto di scriverLe – si legge nella missiva – in qualità di sindaco di Silanus, piccolo comune di poco più di duemila abitanti sito nella Sardegna centrale in provincia di Nuoro, al fine di richiamare la Sua cortese attenzione sul grave problema della carenza di medici che, congiuntamente al noto e ormai cristallizzato malfunzionamento del servizio sanitario, che ormai da molti anni caratterizza negativamente la nostra Isola e, in particolare, il territorio del nuorese, concorre in maniera sostanziale a ledere il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di coloro che appartengono alle fasce deboli.»
«Non riesco a capire – prosegue ancora Gian Pietro Arca – il motivo per il quale si esige che un medico, dopo che da lungo tempo, come nel caso de quo, pratica in maniera ineccepibile e in totale autonomia una specifica attività, dimostrando, quindi, di avere acquisito la professionalità e i requisiti richiesti direttamente sul campo, debba lasciare privi di assistenza i suoi pazienti per poter conseguire una specializzazione senza la quale non potrebbe continuare a esercitare la professione che, di fatto, già svolge.»
«La invito a venire da noi per verificare di persona quello che è lo stato della sanità nel nuorese e della Sardegna in generale – conclude il primo cittadino -. La invito a venire da noi per incontrare le tante persone che non riescono a curarsi come dovrebbero o che, cosa ancor più grave, rinunciano a farlo perché si arrendono ad un apparato inefficiente, estremamente burocratizzato, farraginoso, che non è in grado di assisterli a dovere. La invito a venire da noi per parlare con i molti medici, che con tanto sacrificio e spirito di servizio, sono costretti a soggiacere a turni di lavoro stenuanti per poter mantenere aperti reparti ospedalieri o ambulatori.»
Antonio Caria