Arriva anche a Cagliari, nella Dermatologia del San Giovanni di Dio, la Campagna nazionale di sensibilizzazione e screening sui tumori della pelle, in particolare sul carcinoma squamocellulare. Il titolo della campagna è “Te lo dice la pelle” e prevede visite dermatologiche gratuite, sabato 29 maggio, nell’ospedale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari. Martedì, inoltre, andrà in onda alle 17.00 una diretta sulla pagina facebook dell’Aou, durante la quale la direttrice della Dermatologia, la professoressa Laura Atzori, e la professoressa Caterina Ferreli risponderanno alle domande proprio sui tumori della pelle.
La campagna nazionale ha lo scopo di contribuire a diffondere importanti informazioni su una malattia ancora poco conosciuta che rappresenta il 20% dei tumori cutanei non-melanoma.
Promossa dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), l’iniziativa vuole porre l’attenzione sul carcinoma squamocellulare cutaneo, un tumore maligno della pelle che, secondo i dati più recenti, viene diagnosticato ogni anno a circa 19.000 pazienti. In mancanza di un registro nazionale sulla malattia, non è possibile avere un numero preciso di casi ma si evidenzia un’incidenza crescente.
I consulti si svolgeranno nella Dermatologica dell’AOU di Cagliari dell’Ospedale San Giovanni di Dio esclusivamente su prenotazione contattando il numero 345 7686815 dalle 9.00 alle 13.00.
Il carcinoma squamocellulare cutaneo si origina dalla proliferazione di cheratinociti dello strato squamoso dell’epidermide. Si può manifestare come un’escoriazione o un’ulcera che sanguina, senza cicatrizzare, o come un nodulo rosso con una crosta centrale, che può sanguinare spontaneamente o in seguito a grattamento.
La lesione, localizzata in sedi fotoesposte come, ad esempio, il volto e il dorso delle mani, può essere dolorosa, crescere nel tempo e non guarisce spontaneamente, né dopo l’applicazione di creme antibiotiche o cortisoniche. Questa patologia interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne, di età superiore ai 50 anni, con fototipo chiaro.
L’esposizione solare eccessiva, l’uso di lampade abbronzanti e la fototerapia rappresentano i fattori di rischio più importanti, come anche l’esposizione cronica ad agenti chimici tossici (e.g. arsenico), la presenza di ferite croniche, ulcere e cicatrici, uno stato di immunosoppressione, l’assunzione di alcuni farmaci ed alcune malattie genetiche.